Ancora su Answers: nessun atteggiamento pregiudiziale ma indisponibilità a mettere in discussione la dignità di chi lavora.

Nella giornata di ieri si è tenuto un incontro interlocutorio tra le organizzazioni sindacali ed il presidente della Answers per cercare di ricucire gli strappi prodottisi in particolare con la CGIL alla luce anche delle recenti polemiche introdotte sui giornali dal dott. Leggiero, presidente del gruppo. La riunione si è tenuta presso l’Assoindustria di Pistoia.

«Ci siamo presentati all’incontro senza alcuna pregiudiziale di sorta – dichiara Fabio Capponi Segretario Provinciale della FILCAMS CGIL – nonostante i comportamenti antisindacali assunti dall’azienda negli ultimi tempi». «Avevamo già da tempo chiesto al Presidente dell’Answers di poter parlare dei problemi presenti all’interno di una delle aziende del Gruppo, senza però ottenere alcuna risposta. Alla luce poi delle notizie fatte pubblicare sulla stampa locale di un imminente espansione delle attività proprie dell’Answers, tra le quali figura anche quella del Call Center, abbiamo rinnovato unitariamente tale richiesta, e non nascondiamo un profondo disappunto sul fatto che delle prospettive di sviluppo non se ne sia voluto parlare prima di tutto con il sindacato – continua la nota del segretario della FILCAMS – Nella riunione di ieri sera abbiamo quindi convenuto di aggiornare la riunione ad un altro incontro (da tenersi a breve nei prossimi giorni) nel quale aspettiamo che finalmente l’azienda illustri ai sindacati il proprio progetto industriale». « Abbiamo comunque colto l’occasione per chiedere all’azienda di recedere dalle iniziative ritorsive ed antisindacali messe in atto a seguito dello sciopero del 2 luglio scorso – prosegue Capponi – senza però ottenere alcuna risposta in merito ». L’episodio fa riferimento allo sciopero nazionale che i sindacati avevano proclamato in quel giorno per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre 18 mesi . «Ai lavoratori che per effetto dello sciopero non si sono presentati al lavoro, l’azienda ha avviato le procedure disciplinari considerandoli assenti ingiustificati: è questo un atto – sottolinea Capponi – di una gravità inaudita, volta a ledere un diritto inviolabile, sancito dalla Costituzione e portato avanti anche per attaccare il sindacato, ed è il solo caso conosciuto a livello nazionale come ci viene detto dalle nostre strutture. Vogliamo forse riprodurre una piccola Melfi sul nostro territorio? Noi non ci stiamo e mi auguro – commenta il Segretario della Filcams - che le stesse categorie economiche prendano le distanze da comportamenti che non appartengono al patrimonio culturale su come fare impresa nel territorio e che negli anni hanno contraddistinto le relazioni sindacali nella nostra provincia». «Siamo i primi ad esprimere interesse e disponibilità a trattare, anche con il Gruppo Answers,laddove si creano opportunità di sviluppo occupazionale, sempre che si coniughi sviluppo con qualità del lavoro. Purtroppo questo binomio nelle proposte annunciate alla stampa, ma soprattutto nei colloqui per la selezione del personale fatti dall’azienda fino ad ora, non appaiono in alcun modo: dietro alle proposte dell’azienda c’è una politica di basso profilo occupazionale, fatto di precariato, lavoro mal pagato e abbassamento delle tutele e dei diritti». «Non è un caso, afferma Capponi, che l’azienda incontri difficoltà a reperire personale per il call center viste le condizioni alle quali sottostà il rapporto lavorativo, nonostante propri incaricati alla ricerca di personale abbiano fatto il porta a porta tra le commesse dei negozi del centro di Pistoia ». Nei giorni scorsi anche le istituzioni locali hanno manifestato interesse rispetto al progetto di insediamento del call center e alle prospettive di sviluppo a questo legate. «L’intervento del Segretario Generale della CGIL fatto sulla stampa è servito a correggere una deriva che la discussione a tutti i livelli sul Call Center stava assumendo – sottolinea Fabio Capponi - secondo la quale pur che ci sia occupazione non è basilare verificare come si lavora, a quale condizioni e con quali diritti, ma l’importante è dare lavoro, dipingendo di conseguenza la nostra realtà come un territorio assai arretrato e bisognoso di misure eccezionali e quindi con la creazione di zone franche». «A questo proposito – continua Capponi - ci rivolgiamo come sindacato direttamente alle istituzioni preposte, e penso quindi in particolare all’amministrazione provinciale: il 7 luglio 2003 gli enti locali, le istituzioni tutte le associazioni di categoria ed i sindacati hanno siglato un patto per lo sviluppo dell’occupazione dando risalto agli aspetti legati alla qualità del lavoro che nella nostra provincia hanno quindi assunto un valore centrale. Analogo patto è poi stato riprodotto a livello regionale. La domanda che rivolgiamo alle istituzioni locali preposte è la seguente: quel patto è ancora condiviso, e quindi gli impegni assunti sia in sede regionale che locale sono ancora validi? La provincia, che ricopre un ruolo particolare vista la materia, intende giocare un ruolo incisivo in tutto questo e dare quindi concretezza agli impegni a suo tempo assunti su quel progetto legato al lavoro e alla qualità dell’occupazione, come discusso anche nella riunione del 16 luglio scorso che ha dato il via alla costituzione dell’Osservatorio provinciale oppure no? ». «Noi non siamo disponibili a fare sconti a nessuno, ed una riflessione però la vogliamo rivolgere anche alle categorie economiche – conclude la nota del Segretario provinciale della FILCAMS CGIL : ben vengano e ci auspichiamo siano sempre più numerosi, imprenditori che intendono posizionare nella nostra realtà la propria scommessa imprenditoriale, ma ci si domanda che effetti distorsivi della concorrenza avrebbe una totale deregolamentazione accordata ad un nuovo imprenditore sulle altre realtà analoghe di call center di imprenditori pistoiesi presenti nella nostra provincia? Restiamo in attesa di essere convocati».

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