Siamo di fronte all’esplicito e costante obiettivo di smantellare progressivamente l’intero sistema dell’istruzione pubblica statale, minando l'attività di uno dei motori principali della vita democratica del Paese: la scuola della Repubblica, organo di trasmissione dei valori di eguaglianza, libertà, promozione della persona, formazione del cittadino; principi questi, che informano la nostra Costituzione e la nostra vita civile, sociale e politica. Tale obiettivo è stato perseguito e continua tuttora ad essere perseguito non solo con la politica dei tagli, ma anche mediante un preciso progetto volto a ridurre la dignità, l’autonomia e la professionalità di Docenti e personale ATA.
La proposta dell’innalzamento dell’orario di insegnamento da 18 a 24 ore nella scuola secondaria non tiene conto che l'ora di lezione non nasce dal nulla: dietro 18 ore di insegnamento ci sono almeno altrettante ore di lavoro necessarie per: stesura dei piani annuali di lavoro, preparazione della lezioni e delle verifiche, correzione dei compiti, valutazione di ogni alunno, aggiornamento disciplinare, adempimenti burocratici e collegiali etc. Gli insegnanti italiani lavorano quindi ben più di 36 ore settimanali, e per giunta in classi numerose, in edifici spesso non a norma.
Gli amministrativi e i collaboratori scolastici, il cui contingente è assolutamente insufficiente, subiscono ormai un aggravio di lavoro insostenibile!
Oltre al blocco del rinnovo del contratto, degli scatti di anzianità, la forzata collocazione dei docenti inidonei al servizio per motivi di salute in profili amministrativi o tecnici, il blocco delle assunzioni del personale ATA, l’intempestivo e contraddittorio varo di un concorso a cattedra che produrrà come unico risultato l’ennesima umiliazione per migliaia di insegnanti precari, il disegno di legge di stabilità, ora in discussione, potrebbe rappresentare l’ultimo atto di un percorso orientato verso la privatizzazione della scuola statale.
La scuola pubblica è il principale luogo di formazione della cittadinanza e tutto il personale della scuola non può in alcun modo accettare una politica governativa che, mediante atti unilaterali e arbitrari, svuota nel modo più odioso il senso di appartenenza alla comunità nazionale e il valore della cittadinanza nello stato di diritto, costringendo la normale dialettica democratica a muoversi all’interno dell’angusta logica di sudditanza e servitù”.
In linea con lo spirito di questa analisi, l’Assemblea dell’Istituto Comprensivo di Casalguidi, per dare seguito alla propria indignazione con una azione decisa e concreta, si impegna a partecipare alla mobilitazione che si sta estendendo nelle scuole. Per questo i docenti decidono:
- la sospensione di visite guidate e viaggi d’istruzione;
- la sospensione di nuove adozioni dei libri di testo;
- la sospensione della correzione delle Prove INVALSI.
Queste scelte sono state accettate all’unanimità dai partecipanti all’assemblea, esclusa la sospensione dell’adozione dei libri di testo (che è stata approvata con 25 si e 12 no).
Il blocco di gite e visite guidate diventa immediatamente operativo in tutti i livelli scolastici dell’Istituto. Per quanto riguarda gli altri due punti, saranno portati in discussione al prossimo Collegio unitario.
Nei confronti dei genitori e della cittadinanza l'assemblea chiede ai Sindacati una forte campagna di informazione sulle motivazioni della protesta, mettendo al centro dell’attenzione l’istruzione, l’educazione e la prioritaria destinazione di risorse alla scuola statale piuttosto che a quella privata.

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