Come abbiamo avuto più volte modo di stigmatizzare, per la prima volta dopo molti anni, l'Amministrazione Comunale ha interrotto la prassi, suggellata anche in accordi, di un confronto preventivo con le OO.SS confederali, per determinare il regime tariffario.

I danni che tutta la vicenda ha prodotto sulla tenuta del capitolo di bilancio “mense scolastiche”, sul servizio, le ripercussioni sulle lavoratrici della ditta appaltatrice del servizio di refezione scolastica e per ultimo, ma non per importanza, le gravi conseguenze sul piano educativo per i bambini nonché sull'organizzazione del personale delle scuole, non saranno di facile riparazione.

“Auspichiamo che si voglia prendere atto degli errori commessi ed è indispensabile – afferma Fabio Capponi della Segreteria CGIL - che si ripristini quanto prima una proficua interlocuzione anche con le OO.SS. per normalizzare la situazione a partire da due urgenze che ci attendono:
1) la definizione del nuovo piano tariffario
2) l'imminente rinnovo della gara per la gestione del servizio di refezione scolastica, che occupa circa 100 lavoratori, soprattutto donne.”

“Nonostante ripetute richieste di incontro, non è ancora dato sapere come il Sindaco intende procedere sulla gara. Anche qui l'amministrazione si è voluta distinguere rispetto al passato per mancanza di confronto sulle modalità con le quali si vorrà rivedere il servizio ed in particolare sulle garanzie che si intende adottare per salvaguardare i posti di lavoro. Ci dicono oggi che il bando è pronto, ci facciano la cortesia, nel rispetto ognuno dei propri ruoli, di rispondere alle richieste fatte” sottolinea Luisella Brotini – Segretaria FILCAMS CGIL.

Aggiunge Alberta Bresci – Segretaria provinciale FLC CGIL -: “Siamo molto preoccupati dalle affermazioni riportate sui quotidiani secondo le quali la sentenza del TAR Toscano darebbe il via libero all'arbitrio delle famiglie su cosa, quando, dove, come e con chi gli alunni dovrebbero consumare il pasto. Al momento delle iscrizioni si sceglie, tra diverse opzioni, un tempo scuola comprensivo del pranzo da considerarsi, per valenza educativa, al pari delle altre discipline e delle diverse attività didattiche; sulla base di questa scelta i sindacati in primis si battono ogni anno affinché vengano garantite le risorse in pianta organica funzionali a tale modello scolastico ed il Comune si attiva per ciò che gli compete; l'organizzazione interna che ne deriva è appannaggio delle Istituzioni Scolastiche e degli Organi Collegiali preposti, organizzazione e regole che la Scuola chiede alle famiglie di sottoscrivere come patto educativo. Non si può derogare a tali regole, se davvero si lavora per il bene degli alunni.”

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