A distanza di oltre un anno dall’entrata in vigore della riforma sulle pensioni, possiamo ormai fare un bilancio, purtroppo, tutto al negativo sugli effetti di questa riforma in generale e in particolare sul mondo della scuola.
Veniva sbandierata come la riforma per i giovani, dividendo tra loro padri e figli, “salvaguardati” e non, ma il tasso di disoccupazione è salito, e all’interno di questo è aumentata proprio la disoccupazione giovanile. Doveva aiutare l’uscita dalla crisi, ma si è rivelata come altro elemento di forte regressione economica.
Si va in pensione solo con l’età: 66 anni e 6 mesi per uomini e donne, con l’introduzione di un dispositivo di ricalcolo biennale dell’età pensionabile, basato sull’aumento dell’aspettativa di vita, per cui lo scenario per i giovani è di andare in pensione a 70 anni!
Si può uscire anche anticipatamente , cioè con un servizio di 41 anni per le donne e 42 per gli uomini (….di quale anticipo si parla !!??...), ma se non si è compiuto ancora i 62 anni di età scattano le penalizzazioni economiche : si puniscono coloro che hanno la colpa di avere iniziato presto a lavorare!
Per non parlare della vera e propria violenza psicologica verso i lavoratori della scuola quota 96: un’altalena di speranze, delusioni, nuovi spiragli, monitoraggi, rigetti, di nuovo aperture…..per arrivare all’ultima chiusura.
Uno degli aspetti più negativi, che sembra non interessare a nessuno, è l’inevitabile messa a rischio della qualità stessa della scuola: avremo un esercito di insegnanti vecchi, stanchi, sottopagati, demotivati. Pensiamo alle insegnanti della scuola dell’infanzia che si ritroveranno alla “veneranda età” di 66 anni e oltre (!) a fare girotondi, tenere in collo i bambini , cantare allegre ed avere le energie sufficienti a gestire un gruppo di piccoli e, per motivi diversi, non sarà da meno la difficoltà negli altri vari ordini di scuola.
Queste le considerazioni condivise dai partecipanti alle due assemblee tenutesi in provincia il 7 e il 14 aprile indette da FLC CGIL e CISL SCUOLA; circa 800 persone, riunite per parlare anche del Fondo di previdenza complementare Espero, che hanno delegato i sindacati presenti a farsi portavoce dell’indignazione e della preoccupazione comuni.
Nelle scuole è stato inviato per la sottoscrizione il documento qui scaricabile, primo passo di una mobilitazione contro i danni della riforma Fornero
Doc su pensioni da inviare alle scuole Scarica il documento