A proposito di "medci di famiglia"...noi non molliamo...

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A proposito di "medici di famiglia"

Ormai non passa giorno che non appaiano sui quotidiani e TV locali denunce sui disservizi dovuti essenzialmente alla mancata sostituzione dei medici di famiglia e dei pediatri che vanno in pensione o che decidano di fare altro. Nella nostra Provincia si sono susseguite molte emergenze che hanno interessato i Comuni di San Marcello Piteglio, Monsummano, Larciano e Lamporecchio e Quarrata.
L'unica soluzione fino ad oggi ipotizzata è stata quella di innalzare il rapporto medico/pazienti fino a 1800 assistiti. Ricordiamo che il rapporto ottimale dovrebbe essere 1 a 1000 se vogliamo che il servizio reso ai cittadini mantenga un minimo di qualità. Giê averlo 1/1500 significa, come sanno tutti i cittadini che devono ricorrere alle cure dei medici di famiglia, incorrere in lunghe code agli ambulatori o ad ore passate a cercare di telefonare al nostro medico. E come al solito i più penalizzati sono le persone più fragili e gli anziani.
Noi chiediamo da tempo a chi è chiamato a gestire questa situazione quali altre soluzioni concrete e definitive intende attuare perché la sostituzione dei medici di famiglia e pediatri avvenga in tempi certi e senza lasciare vuoti inaccettabili. Certo, bisogna anche dire che non hanno vita facile questi professionisti. Lo abbiamo visto nel momento peggiore dell'emergenza sanitaria. Spesso scollegati e non per volontà loro dalla rete ospedaliera, costretti nei loro studi a consultare per telefono i loro assistiti.
E" il momento di scelte coraggiose. Possiamo provare, se non sbagliamo, a rendere esigibile il diritto alla salute delle persone in ogni fase della loro vita. E in questo contesto è bene ricordare che il medico di famiglia ed il pediatra sono i responsabili della cura globale della persona, rappresentano l'accesso del cittadino al sistema sanitario nazionale e hanno il compito di coordinare l'intera vita sanitaria dei loro pazienti.
Siamo convinti che occorra che questi professionisti debbano essere maggiormente integrati nel sistema sanitario pubblico. Crediamo inoltre che la presenza dei "Medici di famiglia" e dei pediatri dentro le Case di comunità sia necessaria e non rinviabile e non può continuare ad essere un optional. Le Case di Comunità fanno bene ai cittadini e al sistema sanitario regionale. Pertanto bisogna insistere perché la medicina generale diventi una specialità identica a tutte le altre, che le modalità di accesso siano le stesse di quelle previste per il restante personale del SSN e che pur mantenendo alcune specificità, il contratto sia quello del personale dipendente. Una vera rivoluzione indispensabile per dare risposte adeguate ai cittadini e prepararci al meglio alle altre emergenze che verranno.
In sintesi crediamo che occorra:
- un piano straordinario di assunzioni nella sanità pubblica non solo coprire il turn over ma implementare le dotazioni organiche e procedere immediatamente a nuove assunzioni. Per fare questo bisogna che il Governo rimuova la legge che di fatto impedisce le assunzioni nel pubblico impiego;
- rivedere il percorso universitario non solo per i medici di medicina generale a partire dal superamento del numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina;
- prevedere maggiori ed ingenti risorse per finanziare il Servizio Sanitario nazionale recuperando almeno gli oltre 27 miliardi tagliati negli ultimi dieci anni e tenendo conto dell'inflazione che negli ultimi mesi ha raggiunto livelli preoccupanti facendo lievitare i costi dei beni e servizi in maniera preoccupante;
- rivedere la figura del medico di medicina generale e dei pediatri e abbassare il rapporto medico paziente a 1 a 1000 ;
- recuperare la centralità del "territorio"' per dare risposte più efficienti ed efficaci ai bisogni di salute cosi come previsto dal decreto ministeriale 77;
Insomma, occorre mettere in campo, una vera è propria inversione di tendenza cosa che questo Governo non sta facendo, anzi: si sta muovendo per depotenziare il servizio sanitario pubblico con lo scopo di mettere ancora di più nelle mani dei privati la salute dei cittadini (tutto il contrario di quello che andrebbe fatto). La frattura che si è creata con tanti cittadini è superabile solo se si modificherà (in meglio) il Servizio sanitario pubblico. Perchè continuando così le risposte sociosanitarie rischiano di non essere appropriate e uguali per tutti e questo è uno degli altri problemi che abbiamo di fronte: non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B.

Daniele Gioffredi, segretario generale CGIL Pistoia
Andrea Brachi, segretario generale SPI CGIL Pistoia



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