Amianto. ma che passo avanti!

ABBIANO ALMENO IL CORAGGIO DI TACERE!

Dure le dichiarazioni della CGIL dopo l’approvazione di un emendamento che non cambia assolutamente niente per i lavoratori esposti all’amianto.

“Almeno abbiano il buon senso di tacere, se non hanno il coraggio di chiedere scusa a tutti quelli che, in buona fede, hanno concesso loro il proprio voto.”
Questa la dichiarazione di Valter Bartolini della segreteria CGIL di Pistoia, ai contenuti del maxiemendamento e ai commenti apparsi sulla cronaca locale.


“Oggi sulla cronaca de “La Nazione” alcuni “esperti”locali del centrodestra si affannano a spiegare come il maxiemendamento presentato dal Governo, per quanto attiene l’art. 47, darebbe risposte alle richieste dei lavoratori. Si tratta, ancora una volta, di menzogne, fal-sificazioni e, per dirla alla toscana, di prese per il c…..
Le modifiche, su cui è posto il voto di fiducia riguardano:
1. quelli che potevano andare in pensione entro il primo ottobre, cosa che era già pre-vista nei fatti vista la decorrenza del decreto al 2 ottobre. Questa modifica non cam-bia quindi assolutamente niente.
2. Quelli che sono in mobilità (e questo almeno risolve qualche caso disperato)
3. Quelli che hanno cessato il rapporto di lavoro per aver acquisito il diritto alla pen-sione (cioè esattamente quelli del primo punto che ne avevano diritto comunque an-che senza emendamento).
Per tutti gli altri NON CAMBIA NIENTE!, o meglio, cambia tutto: avevano acquisito un di-ritto sacrosanto, andare in pensione prima perché hanno buone probabilità di morire pri-ma, ora questo diritto gli viene scippato. Tanto meno cambia per chi si aspettava finalmente una risposta, pensionati ante 92 in testa. I soldi servono per gli evasori fiscali. L’art. 47 prevedeva un risparmio di 900 milioni di euro, con l’emendamento stimano un maggior co-sto di 75. Li ringraziamo, sulla nostra pelle, vogliono risparmiare solo 825 milioni di euro.”

Anche Michele Gargini, Segretario provinciale dei metalmeccanici interviene duramente a commento delle frasi enfatiche rilasciate da alcuni esponenti della maggioranza di governo: “Per i lavoratori della Breda, le speranze sono al lumicino. Il maxiemendamento salva soltanto una decina di lavoratori in mobilità. Per tutti gli altri rimane solo la speranza che non passi la fiducia e che questo governo di Robin Hood alla rovescia se ne vada a casa. I lavoratori sanno che i loro sacrosanti diritti sono stati eliminanti per fronteggiare l’incapacità di Tremonti di gestire la finanza pubblica, e la volontà di premiare i furbi, gli evasori fiscali, gli abusivismi edilizi e anche i figli dei multimiliardari che non pagano più nessuna imposta di successione. Comunque finchè ci sarà la minima speranza continueremo a batterci per cancellare l’art. 47. I lavoratori hanno diritto a risposte chiare e non alle so-lite promesse da marinaio, magari della marina mercantile!”

Ovviamente non può mancare la voce dello SPI CGIL che ormai da anni si batte per un giu-sto riconoscimento per gli ex esposti. E parla attraverso il suo Responsabile della Commis-sione Amianto, Siro Romagnani: “Il Governo pone la fiducia: l’art. 47 non viene cassato.
Nel maxiemendamento viene portata una modifica che è solamente una piccolissima rispo-sta al problema amianto, conferma l’assurdità di un tale atto d’imperio da parte del Gover-no che incide pesantemente sui diritti dei lavoratori e dei pensionati negando i loro diritti.
Escludendo tutti coloro collocati in pensione antecedentemente il 1992.
Questa è una grande ingiustizia nei confronti di questi ex lavoratori che maggiormente so-no stati esposti, vuoi per il massiccio uso di coibentazioni negli anni fino al 1984, per le condizioni e l’ambiente di lavoro, che comprensibilmente, è stato nei decenni pregressi me-no tutelato e vigilato.
In considerazione dei costi economici di un riconoscimento, gli ex lavoratori Breda hanno più volte proposto di individuare uno strumento ad hoc, di tipo risarcitorio proporzionato agli anni di esposizione, quindi non una equiparazione con i benefici della rivalutazione contributiva, ma un riconoscimento utile a riconoscere il danno e il sacrificio cui sono stati costretti per molti anni. Così è stato più veloce viene tolto tutto perfino la dignità dei cittadini”.

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