Le ragioni di questo sciopero

Lo sciopero che la CGIL ha promosso per l'intera giornata di venerdì 12 dicembre e che a Pistoia vedrà lo svolgimento di una manifestazione che si snoderà da Porta Lucchese a Piazza Duomo, sin dalle sue parole d'ordine: "per una diversa politica economica del governo e una maggiore redistribuzione del reddito verso salari e pensioni” conferma tutta la propria attualità.

I dati che la CGIL ha diffuso la scorsa settimana sull'acuirsi della crisi con le 3.000 famiglie con reddito ridotto nelle prossime festività natalizie, richiamano anche nel nostro territorio l'urgenza di interventi straordinari e rapidi sugli ammortizzatori sociali e sul sostegno ai redditi da lavoro.
Nella giornata di ieri abbiamo sottoscritto con l'Amministrazione Provinciale la richiesta per l'inserimento dei lavoratori delle piccole imprese del mobile tra i beneficiari della “cassa integrazione in deroga”; è del tutto evidente però che senza un intervento di rifinanziamento degli ammortizzatori sociali da parte del Ministero del tesoro, il rischio è che i fondi vadano esauriti nel giro di poche settimane.
Una situazione difficile, quindi, come ci è stato drammaticamente evidenziato dai molti lavoratori intervenuti alle centinaia di assemblee promosse dalla CGIL, dalle quali però è emersa una condivisione straordinaria ed inedita delle ragioni proposte dalla nostra Organizzazione e che lasciano immaginare un’adesione massiccia allo sciopero stesso.
Riaprire subito un tavolo nazionale e locale, sugli interventi straordinari a sostegno dell'occupazione e del reddito è quanto mai urgente; avremmo preferito che queste nostre ragioni fossero sostenute anche dalle altre Organizzazioni sindacali con le quali avevamo condiviso un percorso unitario fino al varo della piattaforma del novembre di un anno fa. La pratica degli accordi separati che peggiorano le condizioni di vita e l'organizzazione del lavoro in molti settori e che hanno visto la non adesione della CGIL rappresentano, nell'impossibilità di chiedere l'opinione in modo democratico ai diretti interessati, qualcosa di più di un “vulnus” alla democrazia sindacale: rappresentano cioè un'idea di sindacato svincolato dal mandato dei lavoratori che come CGIL non potremo mai condividere.
Un Paese in cui l'84% delle tasse è pagato dal lavoro dipendente e dalle pensioni diversamente dal resto del mondo, dove il governo non assuma come priorità quello di una redistribuzione del carico fiscale verso i redditi più bassi, è un paese ingiusto che non ci stancheremo mai di provare a cambiare nei suoi connotati di fondo. La crisi colpisce in modo particolare gli ultimi: dai licenziamenti agli infortuni sono i giovani, le donne, i migranti, i più indifesi rispetto alla riorganizzazione dell'economia; in queste settimane ci siamo sentiti tutt'altro che soli, non solo per tanti partiti, rappresentanti istituzionali e personalità che hanno aderito allo sciopero ma per il calore ed il sostegno ricevuto da migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici.
Durante il comizio conclusivo sarà osservato un minuto di silenzio per ricordare “le stragi sul lavoro”. Per questa ragione le bandiere della CGIL saranno listate a lutto.
Daniele Quiriconi, CGIL Pistoia

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