Nel secondo trimestre del 2014 le esportazioni dei distretti tradizionali toscani sono tornate a superare i 3,1 miliardi di euro, con un incremento del 4% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Tale ritmo appare inferiore rispetto a quello del primo trimestre ma non desta preoccupazioni sul piano competitivo. Il rallentamento è infatti imputabile interamente al ripiegamento delle esportazioni di gioielli del distretto di Arezzo verso gli Emirati Arabi Uniti, frutto del fisiologico calo della domanda mondiale dai picchi del secondo trimestre 2013 e dell’ulteriore decremento dei prezzi internazionali dell’oro.
Mentre l’oreficeria di Arezzo si attesta dunque ad un -12,3% rispetto al secondo trimestre 2013, l’export del Made in Tuscany continua a beneficiare dell’effetto positivo della domanda mondiale di beni del sistema moda di alta gamma, che sostiene le vendite dei distretti della filiera del tessile-abbigliamento (Arezzo, Prato, Empoli) e della pelletteria e calzature (Firenze, Arezzo, Lucca e Lamporecchio).
La Pelletteria e Calzature di Firenze cresce infatti dell’11,9%, il Tessile Abbigliamento di Prato conferma i segnali di miglioramento con un ottimo +10,2%, il distretto aretino della Pelletteria e Calzature segna un + 32,5%, il Tessile aretino arriva al +22,4%. Anche le Calzature di Lucca (+9,1%) e di Lamporecchio (+17,2%) in difficoltà negli anni passati, evidenziano una evoluzione in netto miglioramento.
In questo quadro mostrano risultati negativi le Calzature di S. Croce sull’Arno (-5%), che soffrono del ripiegamento della domanda in molti paesi produttori di abbigliamento, il Florovivaistico di Pistoia (-14,1%) e i due distretti del mobile, quello di Quarrata (-10,2%) e quello di Poggibonsi-Sinalunga (-0,1%), contrassegnando un export ormai molto limitato per il settore del mobile.
Si registra inoltre il mantenimento di buoni ritmi per il distretto del Marmo di Carrara (+5,4% grazie ai risultati positivi in Cina, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito), l’accelerazione del Cartario di Capannori (+6,1%) e dell’Abbigliamento di Empoli (+5,7%), che supera la battuta di arresto del primo trimestre grazie soprattutto alla rivitalizzazione delle vendite in Francia e Germania.
È rimasto in territorio negativo l’export del Polo farmaceutico toscano: dopo il -4,9% del primo trimestre 2014, le esportazioni di farmaci del polo toscano hanno ulteriormente arretrato (-1%) soffrendo della contrazione del mercato tedesco ed inglese.
Le tensioni geo-politiche con la Russia e l’Ucraina non hanno, invece, inciso in modo particolare sull’export distrettuale toscano: il peso di questi due paesi è, infatti, decisamente inferiore rispetto a quanto si riscontra in altre realtà distrettuali e nel complesso dell’export italiano.
Le prospettive per la seconda parte dell’anno rimangono, pertanto, aperte. A fronte di uno scenario internazionale di crescita moderata, il rientro delle quotazioni dell’euro dai livelli di massimo raggiunti nei mesi scorsi potrebbe portare un sostegno alle vendite estere nell’ultimo scorcio dell’anno.
L’analisi delle richieste di Cassa Integrazione Guadagni dei distretti toscani evidenzia nei primi otto mesi dell’anno un rientro dai picchi dello scorso biennio, sia pure in un quadro che resta difficile in molte realtà distrettuali. Calano, in particolare, le richieste di CIG Ordinaria e soprattutto in Deroga. Il miglioramento è diffuso alla maggior parte dei distretti.
Il rientro dai picchi del 2013 è particolarmente evidente per il Tessile e abbigliamento di Prato, la Ceramica di Sesto Fiorentino e l’Oreficeria di Arezzo. Da segnalare, tuttavia, l’aumento delle richieste nel distretto della Concia e calzature di S. Croce sull’Arno, dove si è registrato un forte aumento delle ore di Cassa Straordinaria, nel Cartario di Capannori e nelle Calzature di Lucca (in prevalenza per la forma in Deroga).