Pagate le retribuzioni arretrate dei lavoratori licenziati. Riassunto un gruppo di lavoratori dalla Società Agricola Romiti Vivai S.S. di Pietro & Figli.
Giovedì scorso negli uffici della CGIL di Pistoia si è chiuso un capitolo importante della vicenda della Tesi Ubaldo & Figli in liquidazione, una delle più importanti aziende vivaistiche del nostro territorio, che i primi di novembre chiuse i cancelli per cessare l'attività con il licenziamento di 48 dipendenti, i quali non percepivano più le retribuzioni da luglio.
Nei locali del sindacato si sono incontrati i rappresentati dei lavoratori insieme agli stessi dipendenti, con i rappresentanti e consulenti della Tesi Ubaldo & Figli in liquidazione e della Romiti Vivai S.S. di Pietro & Figli, società vivaistica quest'ultima che in un primo momento aveva manifestato l'interesse a rilevare l'azienda, e senza la quale non sarebbe stato possibile definire alcun accordo.
Dopo la rottura delle trattative avvenute ad agosto ed il tentativo di ricomposizione ad opera del Sindaco di Pistoia che aveva convocato un tavolo ad hoc per cercare di ritrovare una soluzione riappacificatoria tra le parti coinvolte, si sono susseguiti numerosi incontri tra sindacato e rappresentanti delle aziende, per tutto il mese di dicembre e gennaio, che ha portato anche gli stessi lavoratori licenziati a tornare a svolgere dietro richiesta e a titolo gratuito alcune attività di cura e mantenimento straordinari delle piante che rischiavano altrimenti di deperire. “L'interesse dei lavoratori, creditori privilegiati nell'ambito della procedure liquidatorie attivate, era quello di poter contare sulla vendita delle piante rimaste in occasione della chiusura dell'attività della Tesi Ubaldo & Figli in liquidazione – sottolinea Fabio Capponi Segretario Generale della FLAI CGIL di Pistoia - al fine di vedersi pagate le proprie spettanze arretrate, ed è per questo che hanno subito senza esitazioni dato la propria disponibilità a rimettere a posto il vivaio che il vento aveva seriamente segnato, altrimenti le piante sarebbero seccate o diventate invendibili”.
Ed è qui che entra in gioco la società Agricola Romiti Vivai S.S. di Pietro & Figli che, a seguito di una perizia tecnica giurata richiesta e depositata presso la procedura liquidatoria per quantificare il valore delle piante presenti nei terreni di pertinenza dalla Tesi Ubaldo & Figli in liquidazione, ha presentato una proposta di acquisto delle piante rimaste che ha poi consentito di pagare tutte le mensilità arretrate dei dipendenti, con la consegna a ciascuno di essi degli assegni tramite delega di pagamento, e la chiusura così del contenzioso in essere formalizzata Giovedì scorso.
“I lavoratori – aggiunge Luana Del Bino Responsabile dell'Ufficio Vertenze della Camera del Lavoro di Pistoia – nel frattempo ci hanno conferito mandato per veder soddisfatto anche il credito del TFR, il cui pagamento, come da intesa raggiunta verrà richiesto direttamente alla procedura della Tesi Ubaldo & Figli in liquidazione”.
“Siamo soddisfatti per questo primo risultato che giudichiamo molto positivamente – dichiara Capponi della FLAI CGIL – anche perché la condizione materiale dei lavoratori era diventata drammatica, non potendo in particolare gli operai percepire alcun ammortizzatore sociale o forme di sostegno economico, essendone il comparto vivaistico pressoché privo”.
Sebbene il settore continui a dare segni di difficoltà, adesso si tratta di ricollocare i lavoratori licenziati, e solo allora potremo considerare completamente e positivamente chiusa la vertenza della Tesi Ubaldo & Figli. “A seguito dell'intesa raggiunta Giovedì, un primo piccolo gruppo di lavoratori licenziati è stato riassunto dalla Romiti Vivai S.S. di Pietro & Figli – conclude Fabio Capponi – altri se ne aggiungeranno nei prossimi mesi, ma la stragrande parte degli ex dipendenti della Tesi Ubaldo & Figli rimane senza lavoro, e per questo contiamo molto sul tavolo di crisi che il Sindaco di Pistoia si è reso disponibile ad attivare per cercare di dare soluzione alla perdita occupazionale che si era generata con la chiusura dell'azienda vivaistica di Chiazzano”