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25 novembre Giornata Internazionale per la cancellazione della violenza contro le donne

 

25 novembre 2020

Il 25 Novembre non è una celebrazione, né una ricorrenza ma un’occasione per rinnovare l’impegno contro ogni forma di violenza contro le donne, che sta purtroppo diventando un fenomeno strutturale nella nostra società e che si intreccia con i temi della difesa della libertà femminile, che, come esplicita lo slogan scelto quest’anno dalla CGIL nazionale, è espressione del grado di democrazia di una società.
Una violenza quotidiana, non solo fisica.
Gli stereotipi di genere, ad esempio, sono una forma di violenza.
La cultura misogina e ghettizzante nei confronti delle donne è una forma di violenza.
La narrazione tossica che viene fatta da un certo tipo di giornalismo, che tende a colpevolizzare le vittime degli abusi, degli stupri e addirittura dei femminicidi ed a giustificarne i colpevoli, è una intollerabile forma di violenza.
L’uso che i mezzi di comunicazione fanno del corpo delle donne è un’enorme e vergognosa forma di violenza.
Violenza di genere è anche rendere difficile o impraticabile – attraverso l’obiezione di coscienza che interessa sempre più medici in Italia – la piena applicazione della legge 194.
Violenza di genere è in primo luogo negare il principio di autodeterminazione delle donne.
Ed è un attacco quotidiano, che si esplica nell’utilizzo non più sopportabile di un linguaggio maschilista e volgare, che trova la sua ragion di essere in un complessivo arretramento culturale del nostro paese e sempre più spesso sfocia in fenomeni di violenza fisica, che devono essere contrastati denunciando, inasprendo le pene nei confronti dei colpevoli ed investendo in prevenzione ed in interventi educativi ben strutturati rivolti ai bambini ed agli adolescenti.
L’emergenza sanitaria in atto e le conseguenze economiche e sociali che sta producendo finiranno per peggiorare la situazione. I dati relativi al primo periodo di lockdown descrivono bene la situazione in cui ci troviamo.
Il numero delle chiamate sia telefoniche sia via chat nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020 è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280.
In 89 giorni di lockdown generalizzato, è morta una donna ogni due giorni, uccisa da un membro della sua famiglia.
In quei mesi – e tuttora – è stato intenso il lavoro dello Sportello Donna CGIL, che da quasi venti anni, grazie al lavoro delle nostre volontarie e delle nostre legali, svolge una fondamentale e delicata attività di tutela dei diritti delle donne: sportelli che accolgono e ascoltano, presenti in cinque delle nostre sedi in provincia, in rete con gli altri soggetti che nel territorio si occupano, con diversi livelli di responsabilità, di queste tematiche. Un’attività che ci ha viste all’avanguardia, nata dall’intuizione del Coordinamento Donne CGIL e SPI dell’Avv. Francesca Barontini.
Poiché quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, non è stato possibile organizzare iniziative pubbliche, abbiamo realizzato due video, che saranno visualizzabili sulle nostre pagine social, con lo scopo di ricordare quanto fatto e quanto ancora sia doveroso ed importante fare.

 

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