L’assemblea esprime un radicale e netto rifiuto dei principali provvedimenti decisi in questi mesi dal Ministro Profumo e dall’attuale Governo, poiché essi si presentano in tutta evidenza come il naturale proseguimento della politica di tagli che ormai da troppi anni ha investito la scuola italiana. Siamo di fronte all’esplicito e costante obiettivo di smantellare progressivamente l’intero sistema dell’istruzione pubblica statale, minando l'attività di uno dei motori principali della vita democratica del Paese: la scuola della Repubblica, organo di trasmissione dei valori di eguaglianza, libertà, promozione della persona, formazione del cittadino; principi questi, che informano la nostra Costituzione e la nostra vita civile, sociale e politica. Tale obiettivo è stato perseguito e continua tuttora ad essere perseguito non solo con la politica dei tagli, ma anche mediante un preciso progetto volto a ridurre la dignità, l’autonomia e la professionalità di Docenti e personale ATA.
La proposta dell’innalzamento dell’orario di insegnamento da 18 a 24 ore nella scuola secondaria non tiene conto che l'ora di lezione non nasce dal nulla: dietro 18 ore di insegnamento ci sono almeno altrettante ore di lavoro necessarie per: stesura dei piani annuali di lavoro, preparazione della lezioni e delle verifiche, correzione dei compiti, valutazione di ogni alunno, aggiornamento disciplinare, adempimenti burocratici e collegiali etc. Gli insegnanti italiani lavorano quindi ben più di 36 ore settimanali, e per giunta in classi numerose, in edifici spesso non a norma.
Gli amministrativi e i collaboratori scolastici, il cui contingente è assolutamente insufficiente, subiscono ormai un aggravio di lavoro insostenibile!
Oltre al blocco del rinnovo del contratto, degli scatti di anzianità, la forzata collocazione dei docenti inidonei al servizio per motivi di salute in profili amministrativi o tecnici, il blocco delle assunzioni del personale ATA, l’intempestivo e contraddittorio varo di un concorso a cattedra che produrrà come unico risultato l’ennesima umiliazione per migliaia di insegnanti precari, il disegno di legge di stabilità, ora in discussione, potrebbe rappresentare l’ultimo atto di un percorso orientato verso la privatizzazione della scuola statale.
La scuola pubblica è il principale luogo di formazione della cittadinanza e tutto il personale della scuola non può in alcun modo accettare una politica governativa che, mediante atti unilaterali e arbitrari, svuota nel modo più odioso il senso di appartenenza alla comunità nazionale e il valore della cittadinanza nello stato di diritto, costringendo la normale dialettica democratica a muoversi all’interno dell’angusta logica di sudditanza e servitù.
L'assemblea si impegna a partecipare alla mobilitazione della categoria con:
lo sciopero unitario della scuola il 24 novembre 2012 per esprimere il netto rifiuto dell’innalzamento dell’orario di docenza e per reclamare il diritto agli scatti di anzianità;
la sospensione delle attività scolastiche non obbligatorie;
azioni di pressione per porre attenzione alla questione dei tagli, al pdl ex Aprea, al contratto e al precariato;
iniziativa del 14 novembre per sostenere un patto di coesione sociale che consenta, a livello europeo, di affrontare e superare l’emergenza economica nel segno dell’equità e solidarietà;
Nei confronti dei genitori, degli studenti, della cittadinanza l'assemblea impegna i Sindacati a rafforzare la campagna di informazione sulle motivazioni della protesta.
Nei confronti delle forze politiche l’assemblea richiama ad un forte impegno verso la scuola per mettere al centro dell’attenzione l’istruzione e l’educazione, con prioritaria destinazione di risorse alla scuola statale.
L’assemblea rileva come in questo momento di tagli pesanti alla scuola pubblica, risultino finalizzate solo risorse per la scuola privata.