Dopo lo slittamento al settembre 2014, che aveva rimandato di ulteriori 12 mesi un provvedimento già fissato dal decreto dell’ex Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, viene impresso un nuovo alt alla riforma che doveva portare i libri digitali sui banchi degli istituti scolastici nazionali.
E’ stato il titolare attuale delle competenze in capo al Miur, Maria Chiara Carrozza, a decidere il blocco della legge che – secondo le indicazioni ritenute definitive a seguito della proroga di un anno – doveva inaugurare l’era del “sussidiario digitale” tra i banchi.
Esultano gli editori, che avevano chiesto una frenata all’ingresso degli ebook nei piani di studio scolastici, a fronte di un fatturato che pone i volumi per l’apprendimento a un quinto della filiera dei libri in Italia.
Erano stati proprio i rappresentanti dell’editoria a presentare ricorso contro la riforma degli ebook, di fronte al Tribunale Amministrativo, dove erano state contestate le indicazioni contenute nel decreto sviluppo, che aveva disciplinato – pareva in misura ufficiale – l’arrivo degli ebook nei piani scolastici.
“Avremmo dovuto macerare interi magazzini”, hanno affermato a caldo i rappresentanti del settore, dimenticando, però, che poco lontano, basti pensare al vicino Regno Unito, ben 4 libri su 5 presenti tra i banchi sono in formato elettronico e non cartaceo.Questo, poi, con alcune case editrici che hanno già lanciato i formati ebook di alcuni testi commercializzati, che ora si troveranno costrette a rivedere le loro strategie di implementazione delle pagine su schermo.
“«Fermiamo tutto, l’accelerazione impressa all’introduzione dei libri digitali è stata eccessiva, voglio prendere in mano la questione ed esaminarla a fondo. Deponete le armi”. Sarebbero state queste le parole del Ministro di fronte al raduno agli editori, prima di congelare l’avvento degli ebook, a questo punto, forse, rinviati all’anno scolastico 2015-2016, insomma tra almeno 24 mesi.
La strada, allora, sarebbe quella di attendere una riforma scolastica ad ampio raggio, in grado, cioè, di mettere insieme la didattica e le tipologie di volumi chiamati a corredo per lo studio. Ma in Italia, si sa, non c’è nulla di più definitivo del provvisorio.
(fonte LeggiOggi)