Pantaleo ha criticato aspramente il governo sulle politiche per il lavoro e l’economia: "Allentare le regole del lavoro, ridimensionando la contrattazione sindacale non crea occupazione, semmai diffonde precariato".

Circa le relazioni sindacali, il segretario della Flc-Cgil ha spiegato di non avere “nessuna nostalgia della concertazione che ha portato a una progressiva istituzionalizzazione del sindacato, senza peraltro incidere realmente sui processi decisionali. Senza consenso e senza dialogo sociale non si governano processi complessi e non si ricompone la frammentazione d'interessi", e ha rivendicato la forza della propria organizzazione (generale): "Noi rappresentiamo milioni di lavoratori e pensionati e siamo orgogliosi della nostra funzione e della nostra memoria".

In tema di scuola, Pantaleo è poi entrato sui vari terreni di scontro con l’esecutivo, molti dei quali riguardanti i comparti della scuola e dell’università: dal Documento economico-finanziario presentato dal governo, in particolare, secondo Pantaleo, risultano “interventi inaccettabili su valutazione, incentivi alle università, revisione del contratto degli insegnanti e reclutamento di dirigenti e docenti" e "si conferma l'intenzione del governo di negare il contratto e di imporre con la legge un nuovo sistema di valorizzazione individuale degli insegnanti".