Care compagne e compagni,
oggi alcuni articoli (La Nazione e Il Tirreno) hanno trattato dei problemi della Sanità nella nostra Regione.
Non sono i primi e non saranno gli ultimi ("la novella dello stento"...).
Fra l'altro venerdì 11 maggio (ore 14,30) è stata convocata la Commissione consiliare Sanità del Comune di Pistoia per un'audizione delle categorie sanitarie e sindacali in merito alle "liste di attesa". La posizione di Anna Maria Celesti (Forza Italia), vice sindaco del Comune, è nota: per ridurre le liste di attesa bisogna affidare ai privati parti consistenti del servizo sanitario.
La Regione, dal canto suo, continua a produrre delibere di riorganizzazione (non concertandole con i Sindacati) che, secondo il mio modesto parere, affrontano la questione mettendo in atto scelte che vanno nella direzione che la Celesti sta proponendo.
Per esempio:
- se si "acquistano" le prestazioni per darle ai professionisti, dipendenti pubblici, che operano in intramoenia (libera professione) si potenzia o meno il sistema pubblico?
- se siamo ancora a proclamare che si vogliono diminuire i tempi di attesa nei Pronto Soccorso ma manca il personale, di cosa ragioniamo?
- se si dichiara (per l'ennesima volta) che si vogliono sfruttare al massimo le sale operatorie ma, anche in questo caso, mancano chirurghi, anestesisti e infermieri di cosa stiamo parlando?
- se si decide di istituire una nuova "struttura ad hoc" per la gestione negli ospedali di posti letto e sale operatorie ci domandiamo: ma fino ad oggi come funzionava? chi aveva la responsabilità di farlo?
- se poi si decide di individuare un altro "gruppo di esperti" che dovrà dire quali pazienti, a parità di permanenza nelle liste di attesa, hanno la precedenza, prima di questo come funzionava?
- Se si finanzia un progetto (2,5 milioni di euro) per la diagnostica leggera e prime visite di "cardiologia, otorino, neurologia, dermatologia, chirurgia, ortopedia e oculistica" per affidarle alle aziende No Profit e Profit non è anche questo un smantellamento di fatto del sistema pubblico? (il bando che verrà predisposto interesserà: AIOP, Anpas, Confindustria, CRI, Misericordie e Associazioni strutture convenzionate);
- se si finanzia un progetto per le dimissioni dall'ospedale di Pistoia per 500 mila euro per tre anni che "permette" al paziente di acquistare con i voucher i servizi territoriali necessari alla continuità assistenziale presso "privati e convenzionati" non è, anche questo, un potenziamento, nei fatti, del privato?
- se nella delibera regionale n. 239 del 14 marzo 2017 si decide la sperimetazione dei LEA (servizi minimi essenziali che fino ad oggi dovevano essere garantiti dal pubblico) attraverso la gestione affidata anche ai "privati", non è questo uno smantellamento non marginale del servizio pubblico?
E potrei continuare. Dove portano queste scelte? appunto ad una non più tanto lenta, strisciante privatizzazione del sistema pubblico.
Sono convinto invece che occorebbero scelte coraggiose e contrarie a quelle fatte negli ultimi anni anche in Toscana. Occorre che sia rifinanziato in modo adeguato il Fondo sanitario nazionale e che si realizzi un piano straordinario di assunzioni pubbliche di medici, infermieri e OSS.
Come sappiamo, anche tutto questo rientra nella discussione che faremo al nostro congresso.
Non abbassiamo la guardia, non demordiamo, proviamo ad insistere con le nostre controparti, informiamo e sensibilizziamo la nostra gente.
Saluti.
Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia