“Abbiamo iniziato la nostra giornata a Carrara, ricordando le tante, troppe vittime nelle cave di marmo. Ora siamo a Prato, che non dimentica la strage del 2013 in cui sette lavoratori persero la vita”.
Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando in piazza Duomo a Prato per il comizio conclusivo del corteo per il Primo Maggio. “Altri incidenti sono avvenuti negli anni successivi – ha aggiunto -. Oggi non c'è più la sicurezza per le persone sul luogo di lavoro: occorre che il lavoro viva nella legalità, perché gli appalti al massimo ribasso e la logica della riduzione dei costi si paga con la vita”. In Italia, dunque, è necessario cambiare rotta e costruire un lavoro sicuro. “Vorremmo dire a tutti – ha proseguito - che le condizioni di sicurezza sono un antidoto fondamentale per tutte le situazioni che non vanno. Non servono nuove leggi, gli strumenti di controllo ci sono, sono molti e perfino facili da applicare: basterebbe per esempio controllare l'utenza o le presenze dei camion nei cantieri”. Il grave scenario odierno, al contrario, “ci fa cogliere la realtà del nostro tempo: si coltiva il risparmio e la velocità, ma questi non sono sinonimi di buon lavoro, al contrario significano solo nuovo sfruttamento. Quando vediamo prezzi sempre più bassi, allora, facciamoci insieme una domanda: quanto sfruttamento del lavoro c'è dietro? Così si perde la dignità delle persone”. Il compito delle organizzazioni sindacali è quindi “pensare a tutti quei lavoratori, perché sicurezza e qualità non è il tema di qualcuno, ma un cambiamento necessario che deve riguardare tutti”.