Stamani su diversi quotidiani locali è stata pubblicata la norizia (vedi sotto) in cui si annuncia che anche a Pistoia (Lamporecchio e Montale) verrà istituito "l'infermiere di famiglia" a partire da settembre/ottobre 2018. Ci sembra una buona notizia.
Dovremo comunque verificare se davvero questo servizio partirà e monitorare il suo funzionamento.
E' anni che chiediamo di potenziare il servizio territoriale e l'assistenza socio sanitaria anche presso l'abitazione del paziente.
Ci sembra altresì importante che questi professionisti, oltre la presa in carico del paziente, si debbano occupare di promozione della salute di tutta la famiglia. Anche questa è un'ottima cosa.
Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia
L’«INFERMIERE di famiglia e di comunità« diventa reale:
La delibera firmata dall’assessore Stefania Saccardi, che ha fatto partire la fase pilota di questo nuovo modello assistenziale, si concretizza in cinque zone della regione: Lastra a Signa e Signa, Agliana e Montale, Poggio a Caiano e Carmignano, Lamporecchio, Montespertoli e Castelfiorentino.
In queste cinque aree corrispondenti ad altrettante aggregazioni funzionali Territoriali (cosiddette Aft) è prevista l’entrata in servizio alla fine di questa estate una nuova figura dell’infermiere: non resterà più tra i reparti ospedalieri o nei centri sanitari, ma uscirà sul territorio, seguendo il paziente che ha bisogno ancora di un’assistenza qualificata direttamente tra le mura domestiche.
STARÀ vicino alla famiglia, nella quotidianità dei bisogni di tutto il nucleo familiare, nel rapporto costante con gli altri professionisti del percorso assistenziale, andando così a migliorare la qualità della vita del paziente e dei suoi cari.
Si tratta, nelle intenzioni del sistema sanitario regionale, non solo di una mano concreta e sicura su cui confidare: «l’infermiere di famiglia e comunità» diventa anche un intercettatore di bisogni, un professionista qualificato che, in collaborazione coi medici di base, può evitare ricoveri inutili, accelerare il percorso di dimissioni dagli ospedali e anche controllare che il piano terapeuticoassistenziale sia rispettato e efficace.
LE ZONE dove partirà da settembre questa rinnovata figura professionale sono tutte della Asl Toscana Centro. «Dal prossimo autunno – annuncia il dottor Paolo Zoppi, direttore del dipartimento infermieristico e ostetrico - la nuova organizzazione sarà progressivamente estesa a tutta
l’Azienda, quindi su Firenze, Pistoia e Prato.
Ogni cittadino potrà contare, oltre che sul medico di base, anche sull’infermiere di famiglia, in un rapporto di miglior conoscenza e maggior fiducia, nonché facilitatore che può orientare il cittadino verso l’accesso appropriato ai servizi sanitari di cui ha bisogno».
L’infermiere si occuperà anche di promozione della salute di tutta la famiglia, del monitoraggio degli assistiti, della presa in carico tempestiva e del seguire il paziente nel decorso terapeutico e clinico.
«Le persone più fragili e con maggiori difficoltà – sottolinea Zoppi – grazie alla guida dell’infermiere, potranno accedere più facilmente ai servizi socio-sanitari territoriali, realizzando così l’equità del sistema di cure«.
«L’ambito domiciliare è il contesto preferenziale per portare avanti gli obiettivi di salute – evidenzia l’assessore Saccardi -. In assenza di un sistema di cure così concepito, l’ospedale diventa spesso l’unico punto di accesso al sistema sanitario anche per pazienti che potrebbero e preferirebbero essere curati a casa, nonchè problemi organizzativi per la congestione delle attività ospedaliere»