intervista a Ivan Pedretti, segretario generale SPI CGIL

Ivan Pedretti: Altro che dignità, il Governo è di destra, la CGIL si mobiliti (intervista rilasciata a Il Manifesto del 22/07/2018)

Domani il Direttivo della CGIL discuterà la linea da tenere verso il Governo. Qual è la sua posizione?

“La mia opinione è che il Governo ha una politica di destra abbastanza marcata che viene capeggiata dal vice presidente Salvini fondata sull’intolleranza e negazione dei diritti umanitari: e noi come CGIL non possiamo stare a guardare quando viene messa in dubbio l’umanità del nostro Paese.”

Non si distingue quindi tra l’anima di destra di salvini sui migranti e quella più a sinistra di Di Maio sul lavoro e vertenze?

“Sul piano economico si sente parlare di un condono sopra i 100 mila euro, una norma a favore degli evasori. Se aggiungiamo la flat tax che toglie tasse ai ricchi, quando è ormai dimostrato che questo non produce investimenti perché i ricchi, proprio perché i ricchi i soldi se li tengono, il quadro è ancora più di destra.”

Non salva neanche il decreto “dignità”? perché per la prima volta si ridà qualche diritto ai lavoratori e le imprese sono sul piede di guerra.

“A parte il nome che è sconsiderato perché si tratta di un pannicello caldo, capisco che sia un passettino in vanti che cerca di ridurre lievemente la precarietà .- che alla fine non verrà ridotta – ma non c’è niente di strutturale. Soprattutto non ripristina l’articolo 18 della legge 300, che non è per me un simbolo, è un diritto dei lavoratori: essere reintegrati dopo un licenziamento ingiustificato. Si tratta quindi di interventi limitati che rischiano di essere fagocitati dal rispristino dei voucher nell’agricoltura e forse anche nel commercio aprendo una voragine di precariato. E il tutto viene fatto senza il confronto con i sindacati. Come potremo giudicare tutto questo? Ci siamo battuti contro i governi precedenti, dobbiamo farlo anche adesso.”

Sulle pensioni invece da una parte ci sono Di Maio e Boeri che vogliono tagliare le pensioni d’oro ricalcolandole con il sistema contributivo, dall’altra Salvini e Brambilla con la stessa ricetta per introdurre Quota 100 e Quota 41 e mezzo anche se con molti paletti.

“E’ una visione che continua a tenere separate le generazioni. Noi rispondiamo riproponendo la radicalità della piattaforma con CISL e UIL: serve una pensione di garanzia per i giovani – altro che reddito di cittadinanza – sostenuto da un lavoro dignitoso e meno precario da un parte; dall’altra riconoscimento del lavoro di cura per le donne che hanno figli e genitori no autosufficienti a carico.”

Il piano Boeri e di Di Maio aprirebbe al ricalcolo contributivo di tutte le pensioni. Forse è meglio che litighino per non peggiorare la situazione.

“ Di Maio e Boeri mi sembrano i ladri di Pisa che litigano di giorno e di notte vanno d’accordo. Un intervento sulle pensioni d’oro è un atto di solidarietà che deve essere progressivo e temporaneo, limitato e che non può rispondere all’esigenza di alzare le pensioni basse che, fra l’altro, non sono pensioni sociali ma legate a contributi. Per rispondere alla condizione di povertà di milioni di pensionati meglio allargare il REI. Bisogna rilanciare l’Ape Social anche per altre categorie di lavoratori e rendere il sistema flessibile in uscita lavorando sui coefficienti di trasformazione e bloccando l’aspettativa di vita, mentre Quota 100 e Quota 41 aiutano poche persone. Il ricalcolo contributivo è sempre stato nella testa di Boeri: andrebbe a danneggiare i milioni di lavoratori e operai che i contributi li hanno versati tutti.”

Passiamo al Congresso Cgil partito da qualche mese, come stanno andando le assemblee? Come arriverete a bari a gennaio ?

“ Noi ci siamo impegnati a renderle più partecipate . Per questo soprattutto a settembre convocheremo le lghe dello Spi nelle piazze delle città aperte a tutti i cittadini .”

Tutti si chiedono però chi alla fine prenderà il testimone di Susanna Camusso.

“Il tema non è il nome del segretario. Il tema è come la Cgil sia in grado di interpretare i cambiamenti del mondo del lavoro – algoritmi, precarietà – e dell’intera società. Per questo credo dovremmo dare grande importanza al rilancio del servizio sanitario nazionale: io propongo di rilanciarlo usando i 4 miliardi l’anno che sono finiti per defiscalizzare la sanità privata. Dobbiamo essere più per l’universalismo che per il mutualismo che, come dimostra il sistema cooperativo, è in crisi. Comunque alla fine il segretario generale lo troveremo. E lo troveremo tutti assieme. Ma dovrà essere qualcuno o qualcuna che sa interpretare il cambiamento.