Lo ricorda oggi su La Stampa, Paolo Baroni. “Appeso al «decreto urgenze» non c'è solo la questione del ponte Morandi e la drammatica emergenza di Genova, ma c'è pure il destino di 140mila lavoratori che a partire da oggi resteranno senza ammortizzatori sociali.
Perderanno ogni sussidio e di fronte a loro avranno una sola drammatica prospettiva: il licenziamento. A partire da oggi, a tre anni esatti dal varo del decreto che in ossequio al Jobs act riformava tutto il sistema degli ammortizzatori sociali, per migliaia di lavoratori di ogni settore produttivo iniziano infatti a scadere i 36 mesi di cassa integrazione e i contratti di solidarietà a disposizione nel quinquennio.
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi di Maio, visitando la scorsa settimana lo stabilimento della Bekaert, aveva annunciato che col «decreto urgenze» sarebbe stata ripristinata la cassa integrazione straordinaria per cessazione.
Dopo l'ok arrivato il 13 settembre da parte del Consiglio dei ministri questo provvedimento però è sparito dai radar e a distanza di 10 giorni non è ancora stato trasmesso al Quirinale. I sindacati sono giustamente preoccupati.
In prima linea i metalmeccanici che per oggi hanno promosso una giornata di mobilitazione e di scioperi ed hanno programmato un presidio a Roma davanti al ministero dello Sviluppo. Al governo avanzano una richiesta precisa, la stessa fatta al precedente governo: prolungare di almeno 12 mesi la cassa integrazione in scadenza in modo tale da poter completare i processi di riorganizzazione e di ristrutturazione aziendale in corso e le iniziative di reindustrializzazione.
Dello stesso tema tratta Enrico Marro nel suo Diario sindacale sul Corriere della Sera: “Questa mattina il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio, si ritroverà con i metalmeccanici sotto le finestre del suo ministero a via Veneto.
Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil protestano perché da oggi, 24 settembre, «scadono gli ammortizzatori sociali, in particolare cassa integrazione e contratti di solidarietà per migliaia di lavoratori, a causa delle limitazioni introdotte col Jobs act. Da Nord a Sud — proseguono i tre sindacati guidati rispettivamente da Francesca Re David, Marco Bentivogli e Rocco Palombella — in molte aziende verrà
superato il limite dei 36 mesi di cassa integrazione e di contratti di solidarietà a disposizione nel quinquennio». Le tute blu chiedono al governo «risposte immediate per evitare migliaia di licenziamento».
Sono I40 mila i lavoratori metalmeccanici coinvolti da situazioni di crisi dei comparti degli elettrodomestici, della siderurgia, dell'Ict (tecnologie dell'informazione e della comunicazione), delle telecomunicazioni, dell'elettronica, dell'automotive. E sono più di 80 mila i metalmeccanici interessati alla cassa integrazione straordinaria. Mentre, allargando lo sguardo a tutti i settori produttivi, sono 190 mila i lavoratori coinvolti dai 144 tavoli di crisi aziendali aperti presso il ministero dello Sviluppo,
sottolineano i sindacati.