L’11° congresso dello SPI-CGIL regionale tenutosi presso l’Hotel Minerva ad Arezzo nei giorni 8 e 9 Novembre 2018, approva la relazione della segretaria generale uscente Daniela Cappelli, assume il contributo portato dai 20 interventi dei delegati e delegate, dall’intervento della segretaria generale della CGIL Toscana Dalida Angelini e approva le conclusioni del compagno Ivan Pedretti, segretario generale Nazionale dello SPI .
Nel nostro percorso congressuale si sono svolte 654 assemblee che hanno visto la partecipazione di 20.172 compagni e compagne.
Nelle assemblee di base sono stati votati i documenti predisposti per il 18° congresso Nazionale della CGIL. Il documento “il Lavoro é” ha registrato un grande consenso ed ottenuto il 98,78% dei voti. Il documento Riconquistiamo tutto ha ottenuto l’1,22% dei voti.
Questo risultato rafforza l’idea di consolidare, sviluppare e diffondere nel territorio il modello di Sindacato Confederale. Una CGIL, sindacato di donne e di uomini, sempre più unito e in grado di trasformare la propria autonomia in valore aggiunto, meglio organizzato capillarmente nei territori, anche i più decentrati o periferici, ai quali va riservata maggiore attenzione anche nella destinazione di risorse umane ed economiche.
Il Congresso fa propri i contenuti del documento valorizzandone gli aspetti riferiti ai temi sociali e del lavoro, alla difesa dei diritti fondamentali dei cittadini, alla necessità di mettere un argine al dilagare del lavoro povero e con scarse tutele che minaccia il futuro delle nuove generazioni.
Il lavoro ed il welfare pubblico e universalistico debbono tornare ad assumere un ruolo centrale nelle politiche del nostro Paese. La centralità del lavoro, quello vero, quello capace di garantire reddito e dignità delle persone e gli investimenti a partire da quelli sul Servizio Sanitario Pubblico e sul sistema di protezioni sociali sono le precondizioni per garantire crescita economica ed equità sociale.
Nel riaffermare i capisaldi fondanti della nostra proposta: Il Piano del Lavoro, la Carta dei Diritti Universali, le rivendicazioni unitarie su Fisco e Previdenza e sul Socio Sanitario per il diritto universale alla salute, il congresso esprime profonda preoccupazione per i risultati delle ultime elezioni politiche.
Il risultato elettorale del4 marzo e il conseguente “contratto di governo” tra Lega e 5 stelle sta determinando scelte che non guardano al futuro ma solo ad elargire qualche mancia elettorale in modo disorganico e contraddittorio, ( reddito di cittadinanza e FLAT-TAX ). Non ci sono risorse significative per gli investimenti, a partire dalle infrastrutture, dalla cura dell’ambiente e messa in sicurezza del territorio, che occorrerebbero per far ripartire crescita e occupazione.
Abbiamo un Paese impaurito che è andato a destra, che ha scelto le scorciatoie della demagogia spicciola e la frenesia nazionalista e razzista della Lega.
Sono messi in discussione i princìpi fondamentali della nostra Costituzione. La maggioranza che governa il Paese, pur essendo uscita vittoriosa dal voto popolare, non può mettere in discussione i fondamenti costituzionali, la rigorosa distinzione dei poteri e l’autonomia delle istituzioni e delle autorità indipendenti.
Questo ci interroga, ma soprattutto interroga la politica e chi ha governato il Paese.
La mancanza di capacità di ascolto e di confronto vero con le Forze Sociali hanno prodotto scelte sbagliate o inadeguate. Ha aumentato pericolosamente il tasso di disuguaglianza e milioni di persone sono state lasciate ai margini della società nel disagio e nella povertà crescenti.
Tutti segnali che noi abbiamo sempre colto e denunciato con risultati non adeguati.
Ora sta anche a noi provare a ricostruire un tessuto sociale che faccia perno sui nostri valori fondamentali che dobbiamo rilanciare con forza.
La memoria: la nostra, del movimento operaio, la memoria democratica dell’antifascismo e i contenuti, oggi più che mai attuali, della nostra Costituzione.
Ripartire da qui, riproponendo con forza un modello politico e culturale che faccia perno su quei valori. Pace, accoglienza, uguaglianza, umanità, solidarietà, unità. Parole cancellate da chi esercita il potere in questa fase politica e che debbono tornare ad essere parole di riferimento per una società capace di volgere lo sguardo verso il futuro. Per questo riteniamo che il tema dell’immigrazione debba essere assunto come valore e risorsa, e come tale governato.
Noi, la CGIL, con le nostre proposte possiamo dare un contributo, politico e culturale per fermare e correggere la deriva in atto nella nostra società che rischia di riportare il Paese verso gli anni più bui della propria storia.
Ciò che serve non é il Sovranismo ma una nuova idea di Europa. L’Europa che troppo spesso è sopraffatta dagli interessi speculativi della finanza deve diventare l’Europa dei popoli. Occorre l’Europa dei ponti, non l’Europa dei muri. Solo se riuscirà in questo potrà tornare a svolgere un ruolo di primaria importanza nel mondo globalizzato.
Il congresso, inoltre, in riferimento alle tematiche che riguardano gli anziani, ritiene utile indicare delle priorità ed assumere alcuni impegni.
• Difendere il sistema socio sanitario pubblico e universalistico. Respingere con fermezza gli attacchi alla Legge 194. Conquistare una legge per la non autosufficienza individuando i livelli essenziali delle prestazioni sociali garantendone l’universalità.
• Ricondurre ad una funzione strettamente integrativa il welfare contrattuale garantendone una gestione coerente con le sue finalità sociali. Superare l’attuale normativa fiscale distorcente che utilizza risorse di tutti a vantaggio essenzialmente delle imprese, (defiscalizzazione e decontribuzione)
• Rimettere al centro la questione dell’abitare privilegiando il recupero e il riuso dell’esistente senza ulteriore consumo di suolo. Considerare l’Edilizia Residenziale Pubblica un pilastro fondamentale del welfare per l’emancipazione sociale ed economica di migliaia di famiglie a rischio di esclusione.
• Prestare attenzione all’evolversi della situazione riferita alle richieste di autonomia differenziata avanzata da diverse regioni compresa la nostra.
Ulteriori spazi di autonomia non possono determinare arretramenti sull’universalità dei diritti fondamentali garantiti a tutti i cittadini dalla nostra Costituzione. Quei processi avviati, legittimi ma discutibili, debbono essere oggetto di confronto. Dobbiamo fare ogni sforzo per evitare che si producano ulteriori strappi che potrebbero produrre una insanabile frattura sociale nel Paese.
• Portare avanti la battaglia attraverso la nostra piattaforma previdenziale unitaria:
A) Difesa del potere d’acquisto delle pensioni in essere garantendone un’equa rivalutazione e rivendicare una fiscalità paritaria fra redditi da pensione e redditi da lavoro garantendo pensioni dignitose per gli attuali pensionati.
B) Equo riconoscimento contributivo per i giovani lavoratori/trici per evitare che gli stessi abbiano un trattamento “misero” dopo una vita di lavoro, ( pensione di garanzia).
C) Riconoscimento del lavoro di cura, che è svolto essenzialmente dalle donne.
Occorre sostenere con forza la piattaforma unitaria sul DEF mettendo in campo, se necessario, le opportune forme di mobilitazione.
In Toscana: rilanciare una iniziativa unitaria sui temi del welfare rivendicando la piena attuazione di quanto deciso ed approvato dalla Regione in riferimento ai servizi territoriali, DGR 1235/2012 e successivi atti.
Troppe cose, nonostante la manifestazione dello scorso anno davanti alla Regione ed altre realizzate in diversi territori, sono ferme o stentano a decollare.
Case della salute; posti letto per cure intermedie; ospedali di comunità; continuità assistenziale ospedale-territorio; sanità d’iniziativa e impegno dei MMG dai quali la Regione deve pretendere la concreta attuazione e rispetto della convenzione.
Occorrono soluzioni per l’ormai annosa questione delle liste d’attesa che sta creando grossi disagi e dirottando tanti cittadini verso il privato.
Il congresso ribadisce che i Sindaci, nelle Conferenze e nelle Società della Salute, sono i responsabili della programmazione e della qualità dei servizi sanitari territoriali. Debbono esercitare fino in fondo quel ruolo ed assumersi le conseguenti responsabilità nei confronti delle comunità locali amministrate. Le istituzioni locali debbono svolgere un ruolo attivo anche in tema di controllo delle tariffe per servizi fondamentali per i cittadini quali acqua e TPL.
A questo proposito si riafferma il valore della contrattazione sociale territoriale che deve ancora crescere e coprire i territori in modo più omogeneo e che, dove esercitata, ha prodotto accordi anche di notevole valore portando concreti benefici per le fasce più disagiate della popolazione, essenzialmente per lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati.
La contrattazione sociale, nell’individuazione dei bisogni, dovrà avvalersi del lavoro che stiamo avviando con la sperimentazione degli Sportelli Sociali, per i quali si riconferma impegno e supporto verso i territori. Dalle prime verifiche abbiamo riscontri positivi nella presa in carico dei nostri iscritti e nella possibilità di stabilire canali nuovi di comunicazione con gli stessi per rafforzarne la fidelizzazione.
La crisi di questi anni e la riduzione delle risorse per il welfare pubblico ci mettono di fronte a crescenti difficoltà con le quali debbono fare i conti le comunità locali e soprattutto i soggetti più deboli dei quali dobbiamo, sempre più, farci carico.
Per questo, il congresso, indica un percorso per rafforzare il ruolo delle leghe anche in termini di soggetti di contrattazione riferiti ai rispettivi territori.
E’ lì che dobbiamo rafforzare la presenza sindacale e la Confederalità sperimentando metodi di lavoro “orizzontali” in grado di dare risposte a quanti oggi si sentono marginalizzati o esclusi. E’ un progetto sul quale l’insieme della nostra organizzazione è chiamata a misurarsi con la consapevolezza che ciò implica il decentramento di poteri e risorse. Occorre definire con la Confederazione un progetto che affronti in concreto il tema della continuità di iscrizione e che preveda impegni stringenti anche per le categorie, tempi di verifica e valutazione dei risultati.
Quel percorso deve vederci impegnati nella elaborazione delle piattaforme territoriali insieme a tutta la CGIL e con un coinvolgimento attivo di AUSER, Federconsumatori e SUNIA, organizzazioni che hanno come riferimento il Quadratino Rosso e con le quali dobbiamo condividere strategie ed azioni.
Il congresso indica un obiettivo da raggiungere in ogni territorio. Quello di rafforzare, sotto l’aspetto strutturale e organizzativo, l’attività Politico Sindacale e “vertenziale” delle Leghe.
Oltre all’attività dei servizi che dobbiamo continuare a svolgere e sviluppare, anche con i progetti sostenuti dalle struttura regionale, occorre che un compagno o una compagna della segreteria di lega assuma, come priorità, il compito di svolgere il ruolo, che potremmo definire di “Sindacalista di Comunità”.
Il congresso, assumendo i documenti conclusivi dei congressi SPI territoriali, rivolge un invito alle strutture tutte e ai nostri militanti per un impegno straordinario per la conquista di nuove adesioni e per la diffusione del nostro giornale Liberetà, per accrescere la nostra rappresentanza, valorizzando i valori fondanti della Nostra Organizzazione, in difesa dei princìpi democratici della nostra Costituzione.