Pillole di contrattazione sociale:parte quarta (beni confiscati alle mafie)

Care compagne e compagni
come sapete abbiamo presentato la nostra piattaforma unitaria per la contrattazione sociale 2020. Oserei dire una bella piattaforma "completa" con analisi, richieste su argomenti importanti ed essenziali per la vita dei cittadini. Ci sono alcune "piccole" idee, proposte che però meritano di essere messe anche loro sotto la luce dei riflettori.
Da oggi ne evidenzierò una al giorno. A noi spetta il compito di discuterne nelle riunioni con i Sindaci. Alle Leghe di informare di queste nostre richieste gli iscritti, i cittadini che vengono nelle nostre sedi, che incrociamo nei Circoli e nelle piazze.  Che il nostro lavoro, impegno non rimanga chiuso nelle nostre stanze o nelle nostre riunioni.
Buon lavoro.
Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia

BENI CONFISCATI ALLE MAFIE NELLA NOSTRA PROVINCIA...perchè se ne parla così poco?

Nella piattaforma del 2019 avevamo posto, per la prima volta, la questione dei beni confiscati alle mafie che esistono in alcuni Comuni della nostra Provincia. Nella nostra Provincia risultano circa 48 i beni, fra terreni, appartamenti, aziende ed altri. Solo pochi di essi sono stati assegnati ai Comuni, che li hanno destinati per fare fronte ad esigenze di emergenza sociale. Ma la maggiore parte di questi ancora deve essere assegnata e rimane non utilizzata con il rischio di una
suo inaccettabile deterioramento.

Dopo aver richiesto alla Prefettura di convocare il Tavolo provinciale permanente previsto dall’art. 41 – ter Decreto Legislativo 6 settembre 2011, n.159, abbiamo avviato una discussione con il Prefetto sulla materia. Poiché il Prefetto può, ove ne ravvisi l’opportunità, estendere ai rappresentanti degli Enti Locali la partecipazione al tavolo, crediamo che sia necessario che le singole Amministrazioni Comunali facciano formalmente richiesta al Prefetto per essere anche loro
convocate al tavolo.

Inoltre, attraverso la contrattazione sociale si potrebbero concertare progetti, affinché questi beni siano non solo formalmente assegnati agli Enti Locali ma abbiamo un utilizzo sociale che coinvolga la cittadinanza, le forse sociali e le organizzazioni di rappresentanza.

Siamo convinti che il loro riutilizzo sia uno straordinario contrasto al potere mafioso e un’opportunità per il
rilancio del lavoro legale e per riprendere il controllo sociale del territorio. Fra le modalità di utilizzo di tali beni riteniamo utile prevedere, per gli appartamenti, l’ uso abitativo per locazione a canone sostenibile/sociale.


Ed è bene ricordare che:

cos’è la contrattazione sociale? O meglio, cosa dovrebbe essere, vista la difficoltà nella nostra provincia (almeno fino all'anno scorso) di riuscire a praticarla? La contrattazione sociale dovrebbe permettere ai Comuni di confrontarsi con le Organizzazioni di rappresentanza per illustrare, discutere, approfondire e, se possibile, concertare le scelte sul bilancio di previsione dell’Ente.
Ma per fare questo ci vuole convinzione, ci vuole da parte del Sindaco la voglia di accettare il confronto, di ascoltare altre  idee e proposte e delle volte sapersi mettere in discussione e riconoscere il ruolo di quelle Organizzazioni, che rappresentano buona parte della cittadinanza. Pertanto quei “tavoli” non dovrebbero essere finalizzati solo ad illustrare le idee dell’amministrazione (una semplice informazione), senza possibilità reale di contaminarsi, senza accettare la possibilità di modifiche, integrazioni rispetto allo schema di bilancio predisposto. La contrattazione sociale vera è un momento di partecipazione e democrazia che non andrebbe sottovalutato. Ma che attualmente nella nostra Provincia non ottiene, da parte di molte amministrazioni, la dovuta attenzione e il dovuto rispetto.  Ma noi non smetteremo mai di incalzarle e di insistere in tal senso.