pillole di contrattazione sociale: parte settima 13 dicembre 2019 (immigrazione)

Care compagne e compagni
come sapete abbiamo presentato la nostra piattaforma unitaria per la contrattazione sociale 2020. Oserei dire una bella piattaforma "completa" con analisi, richieste su argomenti importanti ed essenziali per la vita dei cittadini. Ci sono alcune "piccole" idee, proposte che però meritano di essere messe anche loro sotto la luce dei riflettori. Da oggi ne evidenzierò una al giorno. A noi spetta il compito di discuterne nelle riunioni con i Sindaci. Alle Leghe di informare di queste nostre richieste gli iscritti, i cittadini che vengono nelle nostre sedi, che incorociamo nei Circoli e nelle piazze.
Che il nostro lavoro, impegno non rimanga chiuso nelle nostre stanze o nelle nostre riunioni.
Buon lavoro.
Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia

Le nuove disposizioni in materia di immigrazione, introdotte dal D.L. 113/2018 convertito dalla L. 132/2018, hanno reso necessaria la revisione delle norme regionali che disciplinano gli interventi per gli stranieri che si trovano sul territorio regionale, per riaffermare la necessaria tutela dei bisogni essenziali di tutte le persone. In questo quadro normativo va ricordata la possibilità di accedere a Fondi Europei (F.A.M.I), nazionali e regionali che finanziano progetti per le politiche ed i servizi di asilo ed integrazione.



La Regione Toscana con la legge n. 45 del 17/07/19 stanzia 4 milioni di euro a favore di questi progetti da dividere per le varie “zone Distretto”. Chiediamo pertanto ai Comuni interessati, se non lo avessero già fatto, di presentare tali progetti. Non sfugge a nessuno che il problema dell’immigrazione non possa essere gestito solo dal punto di vista “della sicurezza” ma debba, prioritariamente, essere affrontato mettendo in campo politiche di integrazione che di fatto permetterebbero di superare tutte le difficoltà e tensioni che si sono vissute, anche nella nostra Provincia, negli ultimi tempi.


Ed è bene ricordare che:

cos’è la contrattazione sociale? O meglio, cosa dovrebbe essere, vista la difficoltà nella nostra provincia (almeno fino all'anno scorso) di riuscire a praticarla? La contrattazione sociale dovrebbe permettere ai Comuni di confrontarsi con le Organizzazioni di rappresentanza per illustrare, discutere, approfondire e, se possibile, concertare le scelte sul bilancio di previsione dell’Ente.
Ma per fare questo ci vuole convinzione, ci vuole da parte del Sindaco la voglia di accettare il confronto, di ascoltare altre  idee e proposte e delle volte sapersi mettere in discussione e riconoscere il ruolo di quelle Organizzazioni, che rappresentano buona parte della cittadinanza. Pertanto quei “tavoli” non dovrebbero essere finalizzati solo ad illustrare le idee dell’amministrazione (una semplice informazione), senza possibilità reale di contaminarsi, senza accettare la possibilità di modifiche, integrazioni rispetto allo schema di bilancio predisposto. La contrattazione sociale vera è un momento di partecipazione e democrazia che non andrebbe sottovalutato. Ma che attualmente nella nostra Provincia non ottiene, da parte di molte amministrazioni, la dovuta attenzione e il dovuto rispetto.  Ma noi non smetteremo mai di incalzarle e di insistere in tal senso.