Care compagne e compagni,
oggi sul quotidiano la Repubblica è stato pubblicato un articolo dal titolo “Inferno India” che merita una nostra attenta lettura e riflessione. Sono consapevole che anche in Italia si sono vissute tragedie e ci siamo scontrati con un pandemia che ha prodotto solitudine, disperazione e tanti, troppi morti soprattutto fra le persone anziane e fragili.
Ma non possiamo non vedere quello che accade fuori dai nostri confini. Brasile, Africa, India ricchi di materie prime, anche produttori di vaccini (per altri), sono completamente indifesi di fronte al Covid. Sono paesi, continenti che noi abitanti delle cosiddette "democrazie occidentali", deprediamo da secoli. Il nostro tenore di vita dipende dalla nostra capacità di sfruttamento di questi popoli. E' sulle loro spalle, sulla loro fame, sulla loro schiavitù che abbiamo costruito il nostro benessere.
Noi abbiamo cellulari, televisioni, calore in casa, vestiti, automobili perché prendiamo sottopaghiamo i loro i minerali preziosi, desertifichiando le loro foreste e non ci curiamo se questo avviene sfruttando i lavoratori, se utilizzano i bambini nelle miniere, se inquiniamo le loro terre. Bisognerebbe non dimenticarlo mai.
Ed invece molti di noi si stanno lamentando perché gli viene “impedito” di fare l’aperitivo o sono "costretti", dopo essere andati a cenare al ristorante, a rientrare in casa dopo le 22. Qualcuno lo chiama "coprifuoco" non rendendosi conto che sta usando una parola che ha un altro significato. Quando esisteva davvero il "coprifuoco" si viveva in un mondo sconvolto da una guerra mondiale. Che uso improprio di una parola. Mi "incazzo" (scusate il francesismo) di fronte a queste prese di posizione.
Leggo di proteste di molti proprietari di esercizi commerciali. Non nego che stiano vivendo un momento difficile. Non credo però che quelli che appaiano alla TV siano mai stati fra i 5 milioni di poveri che esistono nel nostro paese e che si recano alle mense della Caritas o delle altre associazioni di volontariato per riuscire a mangiare. Fossi nel Governo (maledetta privacy) pubblicherei l’elenco dei nomi di coloro (ristoranti, bar....eccetera) che hanno preso i ristori con accanto le loro denunce dei redditi degli ultimi tre anni, poi ne riparliamo.
La stragrande maggioranza dei nostri contagi stanno avvenendo perché non rispettiamo le regole di distanziamento, non usiamo la mascherina, non sanifichiamo o areiamo i locali. Perché andiamo a fare la movida o andiamo a feste o ai mercati. Insomma avvengono per colpa nostra, per il nostro egoismo, per la nostra supponenza.
Gli assembramenti nelle città, dentro e fuori dai locali che anche in questi giorni stanno avvenendo, avranno di nuovo conseguenze disastrose. Succederà come è successo la scorsa estate. Succederà come è successo in Sardegna. Certo, siamo di fronte ad un colpevole ritardo nella consegna delle dosi dei vaccini. Ed anche qui occorrerebbe una riflessione sulla proprietà dei brevetti. Credo che occorrerebbe almeno una loro sospensione per permettere a tutti, ricchi e poveri, di vaccinarsi.
Poi sarebbe il caso di riflettere se le medicine che salvano la vita alle persone debbano essere riservate solo a coloro che se le possono pagare. Ma capisco che si aprirebbe una discussione non facile, ma che bisognerebbe avere il coraggio di fare. Non possiamo lasciare nessuno indietro. Non dobbiamo perdere di vista i bisogni degli ultimi e il valore dei "beni comuni". Qualcuno ha detto che questa pandemia ci avrebbe reso migliori. Io ho molti dubbi in proposito.
Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia