È il 1º dicembre 1955 a Montgomery. Rosa Parks sta tornando a casa in autobus dal lavoro. Non trovando altri posti liberi, occupa il primo posto dietro all’area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi che ai neri con l’obbligo per i neri di cedere il posto qualora un bianco lo avesse reclamato.
Dopo tre fermate, l’autista James F. Blake le chiede di alzarsi. Ma Rosa non lo fa, cambiando, con un solo piccolo gesto, la storia.
Sarà arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine, ma non rimpiangerà mai la sua scelta, una scelta, un gesto che ha cambiato la sua e la nostra storia.
Quella notte, cinquanta leader della comunità afroamericana guidati da Martin Luther King (“Il gesto di Rosa fu l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà. Rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future”, dirà), si riuniranno per decidere le azioni da intraprendere per reagire all’accaduto ed il giorno successivo incominciò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durerà per 381 giorni. L’anno successivo il caso Rosa Parks arriverà alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che indicherà, all’unanimità, come incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama.