A rischio i servizi pubblici nel nostro territorio.
La Segreteria Provinciale della Funzione Pubblica esprime la propria netta contrarietà verso la manovra finanziaria varata dal Governo che si caratterizza come una serie scoordinata e ingiusta di interventi recessivi che nascondono, e nemmeno bene, un odio di classe dell’esecutivo
nei confronti dei cittadini meno abbienti, dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, e per questa ragione chiede ai dipendenti del settore pubblico di aderrire allo sciopero generale proclamato dalla CGIL per 6 settembre p.v.
Nell’accanirsi ancora una volta, pesantemente, contro i lavoratori pubblici e contro i servizi da questi erogati la manovra finirà per aumentare le disuguaglianze ed impoverire ulteriormente i lavoratori dipendenti ed i pensionati.
Le Finanziarie che si sono susseguite negli ultimi tre anni hanno prodotto, anche nel nostro territorio, un sostanziale ridimensionamento dei servizi pubblici; a causa degli ulteriori ed ingenti tagli agli enti locali ed alla sanità si rischia davvero il collasso ed il definitivo smantellamento di quei servizi che costituiscono l’essenza dello stato sociale nel nostro paese. Si esprime inoltre preoccupazione per i posti di lavoro e per gli stipendi dei dipendenti delle cooperative sociali che operano su appalti pubblici.
Inoltre, si colpiscono ancora i lavoratori del pubblico impiego: dopo aver bloccato il diritto al Contratto Nazionale di lavoro ed elevato l’età pensionabile delle donne a 65 anni, si sequestra loro il TFR/TFS e le tredicesime mensilità che non verranno erogate qualora i dirigenti non raggiungano gli obiettivi loro assegnati (provvedimento non solo irragionevole ma anche lesivo degli articoli 3 e 36 della Costituzione).
In un paese in cui l’evasione fiscale è ormai pari a 120 miliardi di euro all’anno si sequestra il trattamento di fine rapporto dei lavoratori pubblici e si lasciano indisturbati i grandi evasori, le grandi rendite, i grandi patrimoni … una scelta vergognosa!
Questa manovra va radicalmente modificata se non vogliamo consegnare il paese ad un futuro di progressivo impoverimento sia economico che sociale.
Un’altra delle soluzioni individuate dal Governo per rimettere in ordine i conti pubblici è quella di sopprimere le Province con meno di 300.000 abitanti; scelta che, se confermata, vedrebbe la soppressione della nostra Provincia.
Questa scelta ci sembra non solo inutile ma ulteriormente punitiva per i lavoratori e per i cittadini.
La discussione sulla eventuale abolizione delle Province e sull’accorpamento dei Comuni non può essere affrontata in modo grossolano e scriteriato ma dovrebbe partire da una seria e credibile discussione sul complessivo riassetto del quadro istituzionale. I criteri individuati dal Governo (numero di abitanti ed estensione territoriale) non hanno alcun senso ed i risparmi che si ricaverebbero sono, oltre tutto, irrisori.
Non è così che si risolvono i problemi dei costi della politica: l’unico risultato che si otterrà è che si rischia di disperdere ulteriori servizi e funzioni di importanza fondamentale per i cittadini, quali ad esempio i servizi per l’impiego e per la formazione.
Per discutere del futuro dell’ente Provincia la nostra organizzazione sindacale, congiuntamente alla RSU ed alle altre sigle sindacali, inconterà la Presidente Federica Fratoni il prossimo 31 agosto.
La Segretaria FP CGIL
Silvia Biagini