Lo sciopero indetto il 4 aprile scorso da Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl per rivendicare il diritto al rinnovo del contratto di lavoro dei duecentomila lavoratori dei servizi sociali, assistenziali, educativi e sanitari del welfare locale ha registrato una partecipazione straordinaria: hanno aderito più dell’80% degli addetti.
Un’adesione eccezionale che, mantenendo comunque la garanzia dei servizi minimi essenziali all’utenza, ha permesso anche una straordinaria riuscita della manifestazione nazionale organizzata a Roma: si parla di 25.000 lavoratori che operano nei servizi di assistenza alla persona, ai disabili, ai non autosufficienti, nelle attività socio educative per minori e nell’inserimento lavorativo, che sono giunte a Roma da tutta Italia per manifestare il loro dissenso nei confronti delle Associazione delle Cooperative che negano il diritto al rinnovo del contratto di lavoro scaduto ormai da 27 mesi.
Le mobilitazioni regionali e territoriali e lo sciopero nazionale, la grande partecipazione e l’entusiasmo con cui si è svolta la manifestazione in Piazza Venezia, sono stati una importantissima e significativa occasione per rappresentare alle centrali cooperative (per il ruolo svolto dalla cooperazione e per i suoi valori di riferimento), alle Amministrazioni pubbliche e private e a tutta l’opinione pubblica che i lavoratori e i sindacati non sono più disposti ad accettare la logica della razionalizzazione e delle economie nei servizi alla persona (a partire dalle gare di appalto al “massimo ribasso”) perché tutto questo mette in discussione un sistema, anche minimo, di tutele e sicurezze per le addette e gli addetti del settore, nonché la qualità dei servizi erogati ai cittadini. Anche da Pistoia vi è stata una significativa partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, che nonostante i sacrifici di cui tutti siamo a conoscenza, hanno voluto essere presenti in piazza per dire basta, con forza, ad una situazione non più sostenibile.
Il rinnovo del contratto, il superamento della precarietà dei rapporti di lavoro, il miglioramento delle condizioni salariali sono richieste che le Associazioni datoriali non possono più ignorare.
Il sistema delle cooperative deve comprendere al più presto la gravità della situazione e l’insostenibilità di una condizione lavorativa ormai non più degna di un paese civile.
Un sistema di cooperazione sociale che ad oggi scarica sui lavoratori tutte le contraddizioni di questo sistema, dove conta risparmiare sul costo del lavoro, scaricare le logiche di mercato sui lavoratori che devono sopperire in condizioni di crescente disagio a servizi alla persona sempre più delicati e complessi, mantenere i livelli tariffari più bassi possibile, proponendo a gran voce la qualità ma cavalcando l’onda lunga della precarietà, dei turn-over di personale altissimi, dei meccanismi selvaggi di esternalizzazione e intermediazione di manodopera, che nel lungo periodo produrranno un deterioramento certo della qualità dei servizi resi ai cittadini più deboli.
Gli incrementi economici per il rinnovo del Contratto richiesti dal sindacato sono tali da produrre un reale recupero inflattivo dei salari. Questo significa 110 € per il 6° livello e almeno 80 € per il 4° livello a cui si deve aggiungere il recupero economico del biennio precedente;
inoltre CGIL FP, CISL FP, FISASCAT CISL e UIL FPL chiedono il riconoscimento di un nuovo sistema di classificazione basato su categorie e posizioni economiche in cui sia prevista la progressione economica di carriera. Al momento, il contratto delle cooperative sociali è basato su un sistema di inquadramento per livelli: si richiede l’introduzione di fasce retributive con progressioni orizzontali al loro interno, possibili sulla base di una effettiva professionalità (corsi di formazione, titoli, aggiornamenti, ecc.): il nuovo sistema di classificazione deve valorizzare, coerentemente la crescita della professionalità, la diversificazione delle competenze eventuali percorsi formativi e di qualificazione/riqualificazione necessari per la crescita del settore e dei livelli qualitativi delle prestazioni adeguate alla tipologia dei servizi. Un sistema dunque che premia la professionalità e non fa arretrare il salario in caso di cambio di appalto.
Inoltre: al momento il comparto socio-assistenziale educativo privato (SSAEP), a cui appartiene il contratto delle Cooperative sociali, è caratterizzato da circa 10 tipologie di contratti collettivi diversi: l’obiettivo è l’unificazione di questi contratti, per eliminare la concorrenza selvaggia e puntare invece sulla qualità dei servizi offerti. Infatti la progressiva omogeneizzazione dei trattamenti normativi e salariali dei vari contratti e l’adeguato apprezzamento delle professionalità può essere uno stimolo importante allo sviluppo di un sistema di qualità, eliminando i fattori di concorrenza basati essenzialmente sulle differenze di trattamento normo-economico derivanti dai diversi CCNL.
I tavoli di trattativa sono aperti: questa, sinteticamente, la situazione attuale per quanto riguarda alcuni dei contratti nazionali che caratterizzano il Comparto SSAEP.
Mentre per AVIS e ANPAS – MISERICORDIE sono state sottoscritte ipotesi di intesa sulla chiusura del primo biennio economico (2006-2007) e, per AVIS, la proposta unitaria è quella di una soluzione che adegui le retribuzioni di queste lavoratrici e di questi lavoratori ai tabellari della Dirigenza Pubblica, per quanto riguarda il Contratto Valdesi non è stato ancora raggiunto un accordo unitario sulle condizioni minime (110€ al livello D4). Inoltre, relativamente ad AIAS ed ANFFAS, la situazione è ancora in fase di prima trattativa e sono previste iniziative per sollecitare l’avvio immediato del confronto e, se necessario, preparare ulteriori mobilitazioni.
Per quanto riguarda le cooperative sociali, infine, la Funzione Pubblica CGIL, i lavoratori, non si fermeranno. Se le centrali cooperative manterranno inalterate le posizioni di netta chiusura che sono state registrate nel corso della trattativa interrotta si assumeranno la gravissima responsabilità di inasprire lo scontro.
E’ giunto il momento, dunque, per creare condizioni diverse e migliori dalle attuali affinché il diritto a vedersi rinnovare un contratto scaduto da più di due anni possa essere reso esigibile, a maggior ragione in un settore che assicura ad altri l’esercizio dei diritti di cittadinanza, alla salute, all’assistenza. Poiché anche nel nostro contesto locale esistono realtà cooperative che applicano con serietà e rispetto dei diritti dei soci lavoratori tutte le norme, ci si chiede come non sia possibile che queste buone prassi vengano meno nella trattativa con le centrali cooperativistiche per il rinnovo del Contratto stesso.
La vertenza delle cooperative sociali rappresenta una sfida per l’equità, la valorizzazione del lavoro e la dignità, non più rimandabile, per gli oltre 250.000 addetti ed addette e le loro famiglie.