Bene ha fatto il Sindaco Bertinelli a riaccendere i toni su Ansaldobreda e mi piacerebbe che il dibattito pubblico stavolta fuoriuscisse dalla sterile contrapposizione “vendita si-vendita no”.
Penso infatti che il tema risulterebbe mal posto se si riducesse a questo senza capire, e le risposte non sono ormai più rinviabili, quali prospettive di politica industriale il Governo ha per il Paese, se in queste trova posto un piano nazionale della mobilità sostenibile, con conseguente ammodernamento della rete ferroviaria e conseguenti investimenti sul materiale rotabile e se ritiene strategico il mantenimento e magari il rafforzamento di un polo produttivo nazionale del settore.
Solo dalle risposte a queste domande discende la possibilità di delineare un piano industriale serio, che coinvolga Ansaldobreda ed il suo indotto.
Noi crediamo che sia strategico per il Paese il mantenimento di una partnership pubblica, ma se non si vuole svendere occorre efficientare.
Ad un anno dal cambiamento di management non si percepisce invece un cambiamento reale rispetto al tanto declamato efficientamento dell'azienda.
La situazione organizzativa e finanziaria non appare migliorata, anzi. E centinaia sono i posti di lavoro già perduti nell'indotto.
Come evitare la svendita? Con quali investimenti? Con quali indirizzi di politica industriale?
Quale ruolo per le aziende a partecipazione statale come Finmeccanica?
Quale la visione del Governo? E di Finmeccanica?
Ma di tutto questo dove si parla?
Ricordo il Viceministro De Vincenti, a Serravalle P.se, affermare: “la vendita non è all'ordine del giorno oggi, prima il risanamento” mentre Orsi continua a ripetere: “si vende e ci sono prospettive all'orizzonte”.
Si faccia chiarezza!
Vediamo in questi giorni il Ministro dell'Industria e dello Sviluppo Economico molto impegnato in annunci di possibili candidature ma molto meno propenso ad esplicitare cosa intende fare per mantenere il tessuto produttivo del Paese ed assicurare prospettive di sviluppo.
E' inaccettabile che il Governo, nonostante le richieste istituzionali e delle parti sociali, non abbia ancora convocato un incontro!
Si aspetta forse il fallimento, la radicalizzazione della vertenza, come i fatti di queste ore dimostrano si stia facendo per altri casi, o si prova ad intervenire prima, come il buon senso ed il rispetto per il Paese ed i suoi cittadini imporrebbero?
Se nei prossimi giorni non arriveranno risposte i lavoratori e le loro rappresentanze, sono certa unitamente alle Istituzioni locali e regionali, non potranno che rispondere con la mobilitazione a questo ingiustificabile silenzio.
Gessica Beneforti
Segretaria Generale CGIL Pistoia