Di fronte ai temi sollevati dalle organizzazioni sindacali nelle settimane scorse, a seguito dell'aumento delle liste di attesa, che nonostante i solenni impegni ai tavoli negoziali assunti anche verso le confederazioni aumentano anzichè diminuire, i carichi di lavoro pesanti e le carenze di organico manifeste in certe aree e riconosciute dalla stessa azienda, il direttore generale dell'ASL non trova di meglio che ricorrere ad una demagogia di basso conio anche se "agostana".
A parte le minacce ridicole di rendere pubblici gli stipendi dei dipendenti, al di là della legge sulla privacy, non credo ci siano molti lavoratori intimiditi; la battaglia per un'uguale retribuzione a parità di prestazione è da sempre un cavallo di battaglia del sindacato, in modo parti-colare della CGIL.
Mi auguro che questo rinnovato senso dell'equità possa essere esteso alle tante figure precarie che operano negli ospedali e nei servizi legati alla sanità.
Si rassicuri Scarafuggi, il sindacato è pronto a discutere di organizzazione del lavoro in grado di restituire efficienza e maggiori risposte agli utenti; dichiarare, come lui fa, che comunque non aumenteremo l'organico (carente) perché l'azienda è in condizione di rispondere con una migliore organizzazione del lavoro, è più che un ossimoro.
Del resto non ci siamo mai sottratti al confronto su questi argomenti, quando ci è stata proposta un'idea organica, che non è dato aver colto finora nella visione prospettica di questa Direzione.
Ci sembrava di aver avvertito un generale e preoccupante senso di frustrazione da parte della stragrande maggioranza degli operatori, come si evince dalle nostre assemblee e anche dalle denunce a mezzo stampa di gruppi di lavoratori; Scarafuggi ci spiega che lui sarà l'interprete del superamento del "senso di ingiustizia che esiste tra i dipendenti." (sic!) Distinzione di ruoli, appunto!
E' preoccupante che non si avverta la tensione per chi ha compiti così delicati di governo di un'azienda complessa e con molti problemi che siamo i primi a riconoscere; abbandonare i toni da primo della classe, un bagno di umiltà e il recupero di una capacità di ascolto maggiori sono l'unica possibile via di uscita. Il confronto e la democrazia, costa un po' di fatica, ma alternative non ce ne sono. "Castigamatti" a Pistoia in altri ambiti e con altri ruoli ne abbiamo già conosciuti, ed hanno avuto scarsa fortuna.
Meglio discutere e cercare insieme le soluzioni, naturalmente nel rigoroso ripetto dei ruoli.