I dati resi noti ieri da DPL e INPS e anticipati alla riunione del comitato per l'emersione del lavoro sommerso, impressionano per la quantità e la qualità.
In primo luogo, la CGIL ringrazia per il lavoro svolto gli Ispettori e i responsabili degli enti che, tra crescenti difficoltà, rese ancor più accentuate dai tagli alla Pubblica Amministrazione, svolgono un lavoro difficile e di alto valore sociale.
Non può però non sfuggire, al di là di ogni considerazione sulle condizioni di sfruttamento (lavoro nero, violazione delle norme sulla sicurezza, contratti irregolari) che il sindacato tutela e tutelerà nelle sedi proprie, una situazione, sempre più dilagante nel paese e su cui la nostra provincia non fa eccezione: sempre più l'illegalità appare come un elemento accessorio del lavoro.
Il fatto che nell'80% dei pubblici esercizi si siano riscontrate irregolarità, che la quasi totalità dei cantieri edili ispezionati sia fuori legge e in molte imprese manifatturiere si siano riscontrate violazioni, non è una novità, ma è scandaloso che questi numeri vengano proposti senza un'alzata di sopracciglio anche da parte di associazioni di rappresentanza, intente a livello nazionale a sostenere, in ruolo gregario al Governo, tutte quelle misure di destrutturazione del mercato del lavoro e dei sistemi di controllo.
E' necessaria una reazione di tutte le forze sane.
Sarebbe sbagliato dire che il sistema produttivo pistoiese è solo questo, ma certo è anche questo e per questa ragione che è sconcertante ascoltare, come ci è capitato durante tutta l'estate, qualche associazione e qualche assessore al ramo, che anche se l'oggetto del dibattito era "lo stato del tempo" non trovava di meglio che attaccare il Progetto per Pistoia "perché si propone di attrarre investimenti da fuori anzichè difendere ciò che c'è".
E' del tutto evidente che le imprese sane vanno difese (anche dalla concorrenza sleale) ma quel che abbiamo è anche questo e sinceramente dubitiamo, che si possa reggere alla rivoluzione economica e finanziaria mondiale, con queste imprese e con questi metodi.
Bisognerebbe ripartire dalla realtà com'è, non come vorremmo che fosse; se si uscisse da una visione ideologica, tante volte rimproverata alla CGIL, si farebbero dei passi avanti.
La Segreteria della CGIL di Pistoia