Tavola rotonda e raccolta firme per la proposta di legge sull'apprendimento permanente
“Sapere per contare” e “Imparare sempre”, questi gli slogan scelti dalla CGIL per promuovere una proposta di legge che ha come obiettivo quello di attuare un piano triennale straordinario per raddoppiare il numero degli adulti che partecipano ad attività formative.
Queste tematiche saranno al centro del dibattito che la CGIL ha promosso con il patrocinio del comune di Pistoia presso l'auditorium della Scuola Media Anna Frank di Pistoia Mercoledì 9 dicembre dalle ore 15,00 in poi.
Saranno presenti Giovanna Roccella, Edaforum; Franca Cecchini, CGILToscana; Paolo Magnanensi, Assessore provinciale istruzione e formazione; Rosanna Moroni, Conferenza Zonale Pistoiese; Galligani, Conferenza Zonale Valdinievole; Franco Burlali, Segretario FLC CGIL Pistoia e Mina Barbato, SPI di Pistoia. Nel corso dell'iniziativa saranno raccolte le firme a sostegno della legge.
La proposta di legge, promossa, oltre che dalla CGIL, dallo SPI, dalla FLC e dall'AUSER, prevede l'accesso gratuito alla formazione, agevolazioni fiscali e contributive per gli investimenti in apprendimento e agevolazioni per l'accesso al credito e prestiti di onore. Stabilisce inoltre che ogni lavoratore abbia diritto ad almeno un anno di congedo formativo non retribuito e ad almeno 30 ore annue di permesso retribuito; le modalità di fruizione del congedo e dei permessi sono disciplinati dai contratti collettivi e il datore di lavoro è tenuto ad accogliere la richiesta del lavoratore.
Mentre il governo riduce le risorse destinate all'offerta formativa per l'educazione degli adulti, la proposta di legge vuole affermare il principio che imparare per tutto il corso della vita sia ormai per ogni persona, stranieri compresi, la chiave di accesso all'inclusione sociale e all'esercizio della cittadinanza attiva, una misura necessaria per costruire un sistema nazionale, integrato e decentrato, per l'apprendimento permanente oltre che una risorsa essenziale per lo sviluppo economico e democratico di un paese.
Tutto questo per consentire al nostro paese di raggiungere un obiettivo ambizioso: raddoppiare in 3 anni il numero degli adulti che partecipano ad attività formative.
L'Italia infatti deve colmare il deficit formativo che ci divide dalle altre nazioni più evolute. I nostri livelli di istruzione sono troppo bassi: circa il 50% della popolazione tra 25 e 64 anni e il 40% della forza lavoro ha la licenza media. Abbiamo un tasso di dispersione molto alto (il 20% della fascia 20-24 è senza diploma e senza qualifica e non è inserito in alcun percorso formativo contro una media europea del 14%), solo il 6,2% degli adulti partecipa ad attività formative (media europea del 10% e obiettivo di Lisbona 12,%), solo un terzo delle imprese sopra i 10 dipendenti realizza attività formative.