A rischio le tutele dei precari e dei lavoratori licenziati.
La Cgil di Pistoia offre i propri servizi e tutte le informazioni del caso agli interessati.
Il giorno 9.11.2010 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge nr 183/2010 conosciuta soprattutto con il nome di “collegato lavoro”.
Questa legge peggiora di fatto le condizioni dei lavoratori abbassando drasticamente il livello di tutela per tutte le categorie ed, in modo particolare, per i lavoratori precari e per i lavoratori extracomunitari.
Al di là degli aspetti costituzionalmente rilevanti, quali ad esempio quelli riguardanti l’arbitrato che entreranno in vigore in un secondo momento, prendono subito vigore la norme che riguardano le decadenze e le prescrizioni nonché la certificazione dei contratti, sia nuovi che già in essere.
Ciò che nell’immediato,vale a dire dal 24.11.2010, tutti i lavoratori e le lavoratrici precari e, naturalmente, anche i lavoratori e le lavoratrici licenziati, hanno solo 60 giorni di tempo per contestare od impugnare il contratto – attuale o anche “vecchio” – e farsi riconoscere il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. A partire dalla stessa, qualsiasi lavoratore può essere chiamato presso un ente certificatore per “certificare” il proprio contratto di lavoro, rendendo incontestabili, a tutto vantaggio del datore di lavoro, i contenuti di quel contratto.
L’Ufficio Vertenze della CGIL si mette a disposizione di ogni lavoratore e lavoratrice titolare di un contratto di lavoro precario (contratto a termine, co.co.pro, associazione in partecipazione, e di ogni altra forma di precariato) i propri servizi al fine di verificarne i contenuti e di fornire eventuale consulenza circa le possibilità di instaurare il contenzioso e ottenere la trasformazione di quel contratto precario in un contratto a tempo indeterminato .
Inoltre, l’Ufficio Vertenze Cgil mette a disposizione i propri servizi e la propria consulenza per chiunque ( lavoratore o lavoratrice, collaboratore a progetto, collaboratore coordinato e continuativo, associato in partecipazione, socio/a dipendente di cooperativa, apprendisti etc.) venga richiesto di prestare il consenso alla certificazione del proprio contratto di lavoro, perché anche in questo caso è necessario avere una piena consapevolezza delle specifiche conseguenze che ciò comporta e cautelarsi dal rischio di abbassamento dei livelli di tutela stabiliti dalla contrattazione collettiva. Ciò vale anche quando il lavoratore o la lavoratrice sono costretti a firmare, in quanto esiste un percorso per la tutela di tali situazioni che metta in risalto la mancanza di genuinità della volontà manifestata davanti all'organo di certificazione.
A questa legge, costruita per minare i diritti dei lavoratori, in modo speciale di quelli più deboli, bisogna opporsi e, il messaggio che vogliamo che arrivi ai lavoratori e alle lavoratrici è che non sono soli e che esistono i mezzi per opporsi.
Occorre che i soggetti siano informati e, quindi, che possano prendere le decisioni più adatte per sé e per il proprio futuro lavorativo
CGIL Pistoia