Answers: ‘Entra il Presidente: tutti in piedi!’.

Per la FILCAMS CGIL è l’azienda a detenere la maglia nera nei diritti.

«Entra il Presidente: tutti in piedi!!» - A molti questa frase evoca il tempo passato sui banchi di scuola quando faceva la comparsa in classe il Preside. Oppure scene viste anche in TV nelle aule di giustizia che precedono l’ingresso della Corte.

Questa frase ultimamente se la sono sentita ripetere anche le dipendenti di un’azienda pistoiese, la Cetom, alle quali è stato fatto capire che in occasione delle visite presso la sede di Sant’Agostino del Presidente dell’azienda è gradito, in segno di saluto, alzarsi in piedi, per poi subito dopo riprendere il lavoro alla propria postazione. Così negli immensi locali in cui ha sede la Cetom, un grande capannonone ex industriale, dalle oltre 400 postazioni al computer dovrebbe nascere una sorta di ola da stadio, per celebrare la presenza del Presidente. Il condizionale è d’obbligo però per 2 ragioni.

La prima è che il gruppo Answers, il gruppo all’interno del quale la Cetom di Pistoia è entrata a far parte da oltre un anno, stenta a trovare personale per riempire tutte quelle postazioni, se non addirittura lo perde dopo poco che è stato “reclutato”, a causa delle condizioni poste alla base delle assunzioni. L’altra ragione è che le lavoratrici non hanno una gran voglia di salutare in maniera così celebrativa il Presidente a causa del clima di incertezza in cui si ritrova l’azienda da quando è stata acquisita. La Cetom, con oltre 80 dipendenti regolarmente assunti, infatti è un’azienda storica della nostra provincia che ha ottenuto in oltre 15 anni di attività commesse dai più importanti gruppi bancari della nostra regione e non solo, questo grazie al livello di professionalità che le lavoratrici e i lavoratori sono in grado di garantire. Oggi le cose stanno cambiando. Le vecchie commesse da parte delle banche iniziano a venire meno, e segnali preoccupanti di tenuta occupazionale già iniziano a presentarsi .

Tutto ciò stride con un’immagine che il Presidente del gruppo Answers ha cercato di veicolare sul nostro territorio, in particolare da quando ha iniziato a promuovere la realizzazione del ‘Grande Call Center’ che dovrebbe produrre centinaia di nuovi posti di lavoro, oltre 400. Per ora quei posti di lavoro si sono concretizzati con assunzioni di lavoratori a progetto, rapporti di lavoro dove la fa da padrona l’estrema precarietà, la flessibilità e salari da fame. Numerosi sono già i casi di lavoratori neo-assunti dal Call Center che si sono rivolti al nostro ufficio legale per chiedere assistenza. Per 13 di questi casi è già stata raggiunta una transazione per evitare la sentenza del Giudice del Lavoro che avrebbe condannato l’azienda. Ma quello che intendiamo sottolineare, a conferma delle nostre preoccupazioni circa le reali volontà dell’imprenditore/presidente partenopeo, è l’assoluta mancanza di rispetto degli impegni assunti nei tavoli istituzionali che sul capitolo Call Center ci sono stati alla presenza di Comune, Provincia e associazioni economiche: in quelle occasioni il sindacato ha cercato di vincolare la presenza di questo nuovo operatore con alcuni elementi di garanzia quali contratti di lavoro di tipo stabilizzato, applicazione e rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro, tutele sindacali. Ad oggi di tutto ciò niente è stato fatto. Dopo un primo incontro annunciato in pompa magna anche alla stampa, è subentrato il buio assoluto. E mentre da una parte (Call Center) si promettono assunzioni, o meglio “quelle assunzioni”, dall’altra (Cetom) si rischia di perdere posti di lavoro. Al contempo, ai giovani lavoratori del Call Center più bravi, il Presidente regala il kit aziendale come premio per le loro “performance”. A quelli meno bravi invece la maglietta nera. Ma la maglietta nera, in tema di diritti, è sicuramente da attribuire alla sua azienda.

Fabio Capponi
Segretario Generale
FILCAMS CGIL - PISTOIA