Marcia indietro dell’azienda, che nonostante gli accordi sottoscritti per accedere alla cassa integrazione e proseguire così l’attività, ha oggi annunciato in un incontro con i sindacati, l’intenzione di cessare ogni attività il 31 dicembre.
A fine agosto la direzione aziendale aveva fatto pervenire alle organizzazioni sindacali l’avvio della mobilità e contestuale licenziamento delle 47 lavoratrici impiegate nell’azienda pistoiese. Dopo numerose iniziative che hanno visto il coinvolgimento anche delle istituzioni locali, si era riusciti a far desistere l’azienda dal procedere con il licenziamento, trasformandolo in un accordo sulla cassa integrazione, in modo da consentire il concretizzarsi della manifestazioni di interesse nel rilevare l’attività, che la stessa proprietà dell’azienda aveva reso noto. A questo proposito si era mosso anche l’Assessore regionale al Lavoro Simoncini, grazie all’intervento del quale sono state prolungate per un anno commesse che consentivano di mantenere in vita l’azienda. Questa mattina la doccia fredda nell’incontro che si è tenuto in via Galvani a Pistoia durante il quale i rappresentanti dell’azienda hanno motivato la scelta di fare marcia indietro e ripartire con le procedure di mobilità.
“La dichiarazione di non voler proseguire l’attività – dichiara Luisella Brotini della Filcams CGIL di Pistoia – è un atto legittimo per quanto riguarda la libertà d’impresa, ma assolutamente da censurare, visto che il lavoro non manca, e si scegli invece di mettere sul lastrico 47 famiglie.”
Le lavoratrici e i lavoratori convocati subito in assemblea hanno sin da subito deciso di riprendere le iniziative di lotta con un primo pacchetto di 8 ore di sciopero, che si aggiungono alle altre 18 ore già attuate negli scorsi mesi. Venerdì mattina è prevista la prima fermata.