Siamo al termine. Al termine della concertazione per gli orari commerciali della Valdinievole. Abbiamo condotto una trattativa, ormai aperta da un anno, portando al tavolo ognuno le proprie posizioni e le proprie ragioni.
Siamo partiti da un dato di fatto: la situazione esistente. Una situazione frutto di una legislazione precedente che permetteva ai Comuni di definirsi “turistici”, e che per questo potevano derogare all’obbligo di chiusura domenicale e festiva quasi senza regole.
In virtù di questo si è creata in Valdinievole una situazione che vede disparità grandi tra Comuni ma anche tra zone dello stesso Comune.La legge è cambiata. La L.R. 28/2005, con regolamento attuativo del 2009, che disciplina gli orari commerciali, richiama all’uniformazione dei territori, indicando anche le zone di raggruppamento di Comuni, dando possibilità di differenziazione del territorio soltanto ai centri storici e alle zone collinari, cercando così di indicare percorsi di rivitalizzazione delle nostre città, ovviamente accompagnati da attività culturali e di svago, non certo soltanto di apertura dei negozi, che molto hanno perso rispetto al turismo commerciale verso la media e grande distribuzione.
La Filcams CGIL, insieme alla Fisascat CISL, è partita da presupposti di necessità di riduzione delle domeniche di apertura. Una riduzione per recuperare una dimensione del consumo che non può condurre ogni nostra scelta di vita, siamo individui che come tali hanno bisogno di spazi relazionali e di tempi per coltivare relazioni e passioni; tempi che per le lavoratrici e i lavoratori di questo settore (in gran parte donne), sono del tutto minimi.
La riduzione del numero delle aperture è stata fin da subito condivisa anche dalla maggioranza delle Associazioni datoriali, magari per motivi diversi, perché c’è il riconoscimento del fatto che la relazione più aperture più profitto non c’è, ma c’è invece un aumento di costi, che si traduce spesso in diminuzione dei diritti dei lavoratori.
Dopo un percorso non facile, siamo arrivati a presentare un documento, ampiamente condiviso anche dalle Associazioni, che prevedeva un percorso di riduzione di 6 festività e 5 domeniche in 3 anni, in tutte quelle “zone commerciali consolidate” che fino ad oggi hanno aperto 52 domeniche ma che non sono centri storici.
Sappiamo che non sono molte, ma sono il frutto di una mediazione che è sempre necessario trovare se vogliamo condividere un percorso che dia risposte a tutti, che vada nella direzione delle necessità dei lavoratori ma che al tempo stesso non provochi in questa difficile fase economica, problemi occupazionali e danni economici alle imprese.
Apprezziamo il fatto che questa nostra istanza sia divenuta parte della proposta avanzata dai Comuni nell’incontro del 13 u.s., ma il problema della definizione precisa di alcune di queste zone resta ancora. Alcuni Comuni hanno fatto già un passo indietro rispetto alla prima proposta, che vedeva un allargamento delle zone in deroga a 52 domeniche, ma che avrebbe ulteriormente differenziato il territorio. Per quanto ci riguarda cercheremo, in attesa del documento finale delle Amministrazioni, di arrivare ad una definizione condivisa delle zone, ma anche della definizione delle 20 domeniche più 8, che per noi devono essere legate a manifestazioni di interesse culturale o ludico.
Auspichiamo si arrivi alla firma dell’accordo, perché il contrario sarebbe una sconfitta per tutti, e ci vedrebbe costretti, in presenza di provvedimenti di deroghe oltre quelle previste dalla legge in assenza di concertazione (8 più il dicembre) a percorsi di impugnazione dei provvedimenti; ma soprattutto sarebbe la sconfitta di un territorio che non riesce a fare sistema nemmeno in un momento storico così difficile.
Filcams CGIL Pistoia
Luisella Brotini