“Soprattutto in tempo di crisi come il nostro e con la contrazione del potere di acquisto delle famiglie, aumentare il numero delle apertura non equivale ad aumentare le vendita, ma solo i costi di esercizio, a danno poi dei lavoratori”
Facciamo nostre le preoccupazioni espresse da Mons. Bianchi nell’articolo pubblicato il 17 dicembre.
Il nostro modello di società non può passare attraverso il concetto di individuo che esiste solo in funzione a ciò che consuma.
La socialità tra persone deve riconquistare lo spazio necessario affinché gli individui siano liberi di coltivare rapporti e interessi, e questo può avvenire soltanto se si trova un equilibrio tra tempi di lavoro e tempo libero.
Anche in questo difficile momento di crisi economica, a nostro avviso non serve neanche alle imprese ampliare il numero delle aperture, perché con pochi soldi a disposizione, l’effetto è quello della “spalmatura” delle spese su più giorni della settimana, e non quello dell’aumento delle stesse.
Questo spesso fa sì che non essendoci un incremento di utili per le aziende, i maggiori costi si trasferiscano sui diritti dei lavoratori.
A tal proposito, presenteremo alle associazioni datoriali una piattaforma per la provincia di Pistoia, che conterrà richieste per una regolamentazione del lavoro domenicale, per estendere e non comprimere, i diritti dei lavoratori, o meglio delle lavoratrici, per la maggior parte donne in questo settore.
La possibilità per tutti di stare sul mercato e una concorrenza leale, dovrebbe passare esclusivamente attraverso una riduzione generalizzata delle aperture festive.
La legge regionale sul commercio tende a tutelare il piccolo commercio rispetto alla grande distribuzione, ma questo non significa che indichi un aumento indiscriminato delle aperture, mentre è così che viene interpretata dalla maggior parte delle amministrazioni.
Riconosciamo che a Pistoia le richieste non sono mai state di apertura di 52 domeniche, come invece avviene in città limitrofe.
L’accordo è stato firmato all’unanimità è vero, frutto di una mediazione, ed il nostro ruolo è stato quello di contenere le richieste di apertura maggiori che c’erano sul tavolo. Se ci fossimo chiamati fuori rispetto alla firma dell’accordo, siamo certi che il risultato non sarebbe stata una domenica in più rispetto all’anno precedente, ma probabilmente ben diverso. La decisione della Regione Toscana di anticipare la partenza dei saldi al 6 gennaio e il calendario del 2011 poi non aiutano rispetto al numero totale di aperture, visto che l’iniziativa “Dialoghi sull’uomo”, prevista per l’ultima domenica di maggio, il prossimo anno sta fuori dalla normale programmazione della quarta domenica di apertura perché le domeniche di maggio sono 5.
Incontriamo molte difficoltà ai tavoli di concertazione, vedi quello della Valdinievole, aperto ormai da un anno; anche per questo abbiamo chiesto la revisione della legge regionale, per rendere più efficace la concertazione
Segreteria Prov.le FILCMAS CGIL Pistoia