Quasi tre italiani su 10 a rischio povertà in Italia. E' quanto rilevato dall'Istat, che nel 2017 si stima come il 28,9% delle persone residenti in nel Paese sia a rischio di povertà o di esclusione sociale secondo la definizione europea, in miglioramento rispetto al 2016 (30,0%).
Verso la fine di agosto avevo segnalato sulla mia pagina FB una piccola disfunzione organizzativa che avevo personalmente riscontrato presso il CUP di Pistoia nel vecchio ospedale Ceppo. Il dispositivo digitale di prenotazione era rotto (da prima dell’estate mi dicono) e per ovviare al problema l’ASL aveva pensato bene di predisporre un cartello con su scritto: “il numeratore non funziona bene. Organizzarsi a voce, grazie”.
Un esercito silenzioso che vive sempre più ai margini della società, sempre più povero, che si barcamena ogni giorno tra lavoretti di fortuna, quasi sempre non in regola, nella costante ricerca di una casa, di una residenza, in una estenuante corsa ad ostacoli per la ricerca della normalità, in un paese che sembra ancora molto, molto lontano dall’aver imboccato la strada per l’abolizione della povertà. Questa, in estrema sintesi la foto scattata dai volontari e dagli operatori delle Caritas diocesane nel Dossier Caritas 2018.
Il presepe di cui qui si parla è vivente. Loro sono giovanissimi: Giuseppe (Yousuf), Fede (Faith) e la loro creatura. Che è già nata, è una bimba e ha appena cinque mesi. Giuseppe viene dal Ghana, Fede è nigeriana, entrambi godono – è questo il verbo tecnico – della «protezione umanitaria» accordata dalla Repubblica Italiana.