Il nuovo Contratto Nazionale di lavoro Autonomie Locali 2002/2005

Perché ora ne parlano in tanti e solo per evidenziarne il costo?

Dopo “appena” 22 mesi è stato firmato il contratto nazionale dei dipendenti delle Regioni – Autonomie Locali per l’anno 2002/2005. I dipendenti pubblici interessati riusciranno forse a riscuotere gli arretrati ed i nuovi aumenti tabellari nel gennaio 2004 e pertanto con 24 mesi di ritardo (visto che il contratto era scaduto il 31/12/01).

Dico questo perché ultimamente leggo spesso sui quotidiani locali o negli interventi nei Consigli Comunali prese di posizione dei vari amministratori locali, consiglieri comunali di maggioranza o di minoranza, che fanno riferimento al rinnovo del contratto nazionale solo dal punto di vista dei “costi”, come se fosse solo un “problema” economico, che avrà solo ripercussioni negative sulle scelte degli Enti (quantità e qualità dei servizi). Certo, la situazione dei bilanci è sicuramente preoccupante dopo due anni di tagli voluti dal governo di centro destra, ma i nostri amministratori locali dovrebbero leggere il rinnovo del contratto (dei loro dipendenti) come “cosa positiva”, come un diritto finalmente riconosciuto! Il contratto nazionale, fra l’altro, non è solo il riconoscimento d’aumenti economici ma anche un utile strumento per gestire nel miglior modo possibile i servizi e dare risposte adeguate ai cittadini. Un datore di lavoro che sottovaluta la necessità del rinnovo del contratto perde un’occasione! Ed in questo caso è già stata persa poiché i nostri amministratori non sono stati al fianco dei loro lavoratori per il riconoscimento di questo loro diritto.
Negli ultimi 22 mesi e in occasione degli scioperi generali proclamati non ho sentito molte voci che si sono levate a difesa dei lavoratori pubblici e del loro diritto a vedersi rinnovato il contratto nazionale di lavoro.
Ho l’impressione, ed è per questo che intervengo, che con le dichiarazioni fatte sino ad oggi, i cittadini abbiano percepito il rinnovo dei contratti pubblici (ricordo che mancano ancora quelli della sanità, delle agenzie fiscali e dei vigili del fuoco) solo come un problema e non come un diritto da riconoscere a milioni di lavoratori.
Lavoratori che, è bene ricordare, con il loro impegno, la loro professionalità e dedizione al lavoro permettono di mandare avanti una pubblica amministrazione che ogni giorno è attaccata dalle scelte del Governo con la conseguenza di avere sempre meno risorse per garantire i servizi.
Credo che sarebbe stata opportuna, invece, una presa di posizione pubblica di tutti gli amministratori locali che avesse espresso un plauso per la conclusione di una lunga e difficile trattativa.

Il Segretario Generale
FUNZIONE PUBBLICA CGIL PISTOIA
Andrea Brachi

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