La Camera di Commercio, l’economia pistoiese, il sindacato.

I RISCHI DELL’INGOVERNABILITA’.

Nei prossimi giorni, le categorie economiche e il mondo dell’Associazionismo della nostra provincia, saranno chiamate ad esprimersi sul rinnovo degli organismi camerali.

La CCIAA rappresenta, non solo per la riforma dell’Ente degli anni scorsi, ma per ruolo, punto di sintesi degli interessi organizzati, risorse e competenze professionali, uno snodo importante per qualsiasi ragionamento sulla nostra economia.
Non nascondiamo di essere preoccupati.
Diverse riunioni sono andate a vuoto e anche le discussioni sull’attribuzione di posti di Consiglio, aggiuntivi per i settori cosiddetti “prevalenti”, rischia di portare ad un nulla di fatto per i veti contrapposti che rischiano di impedire a ciascuno schieramento di raggiungere il quorum necessario.
Non ci nascondiamo lo scontro di poteri, persino di identità, che sta dietro alla battaglia in corso; non nascondiamo il nostro imbarazzo!!!
A nostro giudizio la Camera di Commercio può essere governata solo passando per un “gentleman agreement” tra gli azionisti forti, con un patto che richiami alle scelte strategiche di fondo che si ritengono necessarie per far uscire Pistoia da una condizione di oggettiva marginalità nell’area metropolitana, da una crisi di struttura dei suoi comparti più significativi ogni giorno più profonda, certificato (se ce ne fosse ancora bisogno) da un’ulteriore recrudescenza dei casi di crisi aziendali esplosi in questi giorni.
Allora sarebbe utile che i candidati o gli schieramenti che sostengono candidati proponessero il loro programma indicando le proprie strategie.

Per esempio:

  • Quali politiche di marketing territoriale sono necessarie per attirare nuove imprese sul territorio?
  • E' mai possibile che per ogni industria di qualsiasi settore che chiude e si annunciano altre pesanti vertenze, non ci sia un imprenditore pistoiese o toscano che rilevi e rilanci un'attività di dimensioni significative?
  • Quali azioni per un maggior raccordo tra Università imprese e territorio?
  • Quali azioni per innescare un processo di crescita qualitativa delle imprese e del lavoro?
  • Quali azioni per lo sviluppo di un'impresa di subfornitura di qualità, non solo in relazione all'indotto Breda?
  • Quale ruolo del sistema del credito in una fase di pesante recessione economica e produttiva?
  • Quali azioni per sostenere l'internazionalizzazione delle nostre produzioni e l'export delle nostre produzioni?
  • Quale contributo per la crescita dimensionale di un tessuto economico che va sempre più polverizzandosi?

In definitiva che cosa ci si propone di fare per sostenere il quadro economico, per rilanciare i settori manifatturieri, ma anche il turismo il commercio?
Al netto delle polemiche sarebbe utile emergessero divergenze programmatiche (se ci sono) su questi ed altri argomenti.
La nostra sincera preoccupazione è che al di là delle maggioranze di governo dell’Ente che si possano formare, non si esca da un clima di contrapposizione che di fatto paralizza o limita l’attività con il rischio di ripetere la situazione determinatasi prima della scorsa elezione.
Pensiamo che sarebbe utile l’individuazione, anche per le figure di massima responsabilità, di persone che davvero possano essere riconosciute da tutti come di effettiva garanzia; è su questo che CGIL CISL UIL sono orientate e lavoreranno nei prossimi giorni.

Daniele Quiriconi

Mario Tuci

Giuseppe Macrì

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