Come sindacato desideriamo entrare nel dibattito sulla questione Terme, che da diversi giorni appare sulla stampa. Lo faremo rimanendo con i piedi per terra evitando la gara di chi la spara più grossa.
Non c’è dubbio sulla necessità di affrontare un argomento così delicato con attenzione e responsabilità, ma proprio perché ormai ad un bivio, è opportuno comprendere che una discussione che porti davvero ad una soluzione non può limitarsi né alle terme, né a Vitawell, né alla privatizzazione .
Privatizzazione da noi fortemente sostenuta, non solo perché la gestione pubblica aveva ormai irrimediabilmente segnato il passo ma anche perché gli ingenti investimenti che il rilancio delle Terme di Montecatini richiede non potevano essere sostenute dal pubblico. Non ci nascondiamo però che i presupposti alla base di quella scelta non sono oggi stati onorati: ad una incapacità della Vitawell di integrarsi con il tessuto economico della città si somma la questione non secondaria del rispetto del piano industriale, vuoi per gli investimenti che per il mantenimento delle attività esistenti che, aggiunte ai nuovi filoni, dovevano mantenere inalterata la principale caratteristica del territorio.
Sulla stampa locale, si è letto, di recente un dibattito per certi versi interessanti ma per altri di difficile comprensione. La crisi di Montecatini e del suo territorio è ormai un fatto sotto gli occhi di tutti e una responsabilità è sicuramente quella di non essere riusciti a far diventare il termalismo volano per l’intera economia del territorio.
La ricetta per un male tanto grave non può essere la tassa di scopo di così complicata, seppur nobile, attuazione e neppure la proposta di allargare alle categorie economiche e agli enti riducendo il peso di Vitawell parte della gestione. Tale proposta presuppone in primo luogo l’accettazione dell’attuale gestore e, cosa ad oggi discutibile ma non confermata, una loro inadempienza contrattuale tale da pensare una rimessa in discussione dello stesso contratto.
Le difficoltà con l’attuale gestore sono tante, dai mancati e ritardati investimenti ai problemi con i lavoratori, in proposito basta rileggersi la cronaca di questi giorni e i comunicati delle rispettive categorie di CGIL CISL UIL. Ma le proposte devono essere possibili, non virtuali!
Positivo, secondo noi, sarebbe invece l’ingresso eventuale della Provincia fra gli Enti proprietari, ciò consentirebbe un ulteriore e significativo interlocutore istituzionale con precise competenze di programmazione e sviluppo economico nel territorio.
Ma, aldilà, di queste considerazioni la crisi deve essere, secondo il nostro modesto parere, affrontata con una visione più ampia che metta insieme termalismo con turismo, arte, ambiente. Nel nostro territorio, ce lo siamo detti più volte in occasione di convegni, incontri, assemblee, esistono tutte le premesse per garantire al turismo ulteriori spazi di espansione: dal turismo congressuale, a quello sportivo, a quello ambientale, dal turismo scolastico ai soggiorni per la visita del territorio. Tutto questo non è secondo noi, sufficientemente utilizzato rispetto alle reali potenzialità.
Qualsiasi soluzione possa essere individuata non può non tener conto di un dato fondamentale, cioè un piano di rilancio complessivo elaborato e condiviso da tutti i soggetti interessati.
Noi intendiamo riproporre, insieme a CISL eUIL, viste anche le difficoltà dell’iniziativa legata al piano provinciale sul turismo e commercio la costituzione di un tavolo permanente specifico per la Valdinievole la cui regia sia comunque ricondotta alla Provincia e al quale partecipino i vari soggetti delle istituzioni locali, le categorie economiche, il sindacato e, non ultime le stesse Terme, per individuare percorsi e iniziative condivisi e che devono godere del sostegno di tutti gli attori interessati. Perché di una cosa siamo sicuri: servono fatti concreti, idee chiari e progetti condivisi.
Simonetta Bartoletti, Segretaria Confederale CGIL Pistoia
Fabio Capponi, Segretario Generale FILCAMS CGIL Pistoia