Un’esperienza da valorizzare.
Siamo ormai vicini alla riapertura degli asili nido e delle scuole materne. Sulla stampa locale troviamo in questi giorni i primi articoli che incentrano la loro attenzione, principalmente, sulle liste di attesa e sui costi che ogni famiglia dovrà sostenere per usufruire di tale servizio.
È una campagna di stampa corretta che serve a ricordare a tutti l’importanza della scuola dell’infanzia ed i problemi, reali, che le famiglie saranno costrette ad affrontare anche quest’anno.
Permettetemi però di sottolineare altri aspetti che molte volte passano inosservati o che sono poco evidenziati, così da potere fare una riflessione più completa. Come sindacato, come Funzione Pubblica CGIL, crediamo che sia necessaria una forte mobilitazione per difendere e rilanciare la scuola pubblica dell’infanzia (nidi e scuole materne) al fine di assicurare ad ogni bambino il proprio diritto ad uno sviluppo educativo e pedagogico in grado di determinare le migliori condizioni per una formazione ed un apprendimento di qualità.
Siamo pertanto fermamente contrari agli asili nido e scuole materne intesi come “parcheggio”. Vogliamo riaffermare, invece, il valore strategico della scuola pubblica, nelle sue diverse articolazioni, come luogo di crescita culturale ed integrazione delle diversità. Siamo convinti che solo “il pubblico” può garantire la qualità, la professionalità ed il controllo necessario su tutti questi aspetti.
E quando si parla di qualità non posso che risottolineare quanto è stato realizzato nella nostra Provincia da oltre 20 anni. Ma dobbiamo dire con molta chiarezza che una qualità così alta, un personale così motivato e professionalmente preparato (con una disponibilità che molte volte rasenta il volontariato), costa!
Già, ma noi crediamo che di fronte al servizio che l’Amministrazione Pubblica offre, di fronte a questa qualità, di fronte all’investimento che come cittadini, come genitori, facciamo inviando i nostri figli in queste strutture, il costo deve essere il minor problema. Problema che ovviamente non può ricadere solo sulle spalle delle famiglie. Il servizio dell’infanzia non è solo un bene per il bambino, non è solo un bene per i genitori ma è un bene ed un investimento per tutta la collettività che se ne deve fare carico.
Nella nostra idea di scuola pertanto non ci sono scelte dettate solo da esigenze economiche che sappiamo bene che esistono e che devono essere affrontate. La scuola della prima infanzia (da 0 a 6 anni) che vogliamo e che nella nostra provincia abbiamo, è quella che davvero crea un contesto educativo in grado di sviluppare le potenzialità di crescita affettive, cognitive e relazionale dei nostri figli.
E allora per difendere questo servizio, per difendere l’avvenire dei nostri figli, per difendere il lavoro che da decine di anni le lavoratrici e lavoratori, soprattutto del pubblico impiego, hanno portato avanti tra mille difficoltà, deve nascere da tutta la collettività una spinta forte per la difesa di quanto abbiamo realizzato.
In questa ottica, abbiamo condiviso la scelta compiuta da alcune amministrazioni, pur di mantenere il servizio aumentando l’offerta, di coinvolgere il “privato”. Nulla da dire ma con un unico paletto insuperabile, la qualità! E la qualità si garantisce solo se il controllo (programmi, corsi d’aggiornamento, ecc.) rimanere saldamente nelle mani della pubblica amministrazione. E si garantisce se “il privato” interviene solo in appoggio o come servizio aggiuntivo. La strada principale deve essere il rilancio della scuola pubblica.! Maggiori finanziamenti, più personale, nuove strutture!
Vorremmo costruire insieme agli Amministratori locali, alle lavoratrici e lavoratori, ai genitori, una piattaforma rivendicativa che tenga conto delle dotazioni organiche (numero di personale che non è sufficiente), delle risorse destinate a finanziare l’attività dei nidi e delle materne (che non possono diminuire anzi devono essere aumentate), della stabilizzazione del personale educativo e scolastico attualmente non di ruolo, degli standar quali-quantitativi da rispettare, della regolamentazione dell’intervento privato nell’ambito della conduzione dei nidi e delle materne.
Chiedo alla stampa locale, sempre attenta a queste problematiche, un aiuto in questa difficile campagna di sensibilizzazione. Oggi il rischio è quello che la privatizzazione di questo servizio, la voglia del risparmio, le scelte folli di questo Governo, a partire dalla sciagurata “riforma Moratti”, siano scelte che passino nel più assoluto silenzio.
La nostra credo è una battaglia di civiltà, di difesa di un servizio pubblico di alta qualità che permettetemi di dirlo, esiste grazie alle scelte dei nostri amministratori ma soprattutto al lavoro che ogni giorno le lavoratrici ed i lavoratori in queste strutture portano avanti fra mille difficoltà.
Il Segretario Generale CGIL-FP di Pistoia
Andrea Brachi