Abbiamo atteso la fine delle audizioni della delegazione europea sull’amianto prima di esprimere qualche valutazione.
Ce ne saremmo volentieri astenuti, ma perdurando sulla stampa una polemica, anche rivolta alle organiz-zazioni sindacali, ci preme precisare alcune questioni sia pure nel doveroso rispetto delle funzioni istitu-zionali di chi ha percorso tanta strada per arrivare fino a Pistoia.
Un anno fa quando l’UGL e AN lanciarono la campagna sull’amianto breda verso il parlamento europeo, la FIOM, il sindacato di categoria metalmeccanici CGIL, produsse un documento distribuito ai lavoratori, dal titolo ironico “se non basta il parlamento europeo, prossimo scalo le nazioni unite” per evidenziare in modo esplicito quanto in Via Puccini e tra larga parte dei lavoratori di AnsaldoBreda fosse considerato un diversivo la scelta di andare a bussare ad una porta che non avrebbe potuto fornire risposte, come è emer-so correttamente in questi giorni.
Per ulteriore precisazione, poiché siamo stati chiamati in causa direttamente sui quotidiani locali, vor-remmo precisare che questa Organizzazione Sindacale che rappresenta la maggioranza assoluta dei lavo-ratori sindacalizzati di AnsaldoBreda di Pistoia non ha ricevuto dalla commissione, né da alcune altra autorità istituzionale, nessun invito né formale né informale per partecipare ad alcuna audizione; poiché gli indirizzi e i recapiti telefonici della CGIL sono reperibili sugli elenchi, di ciò ci dispiacciamo.
Abbiamo potuto però seguire sulla stampa le “informate” posizione del segretario provinciale dell’UGL e di molti suoi compagni di partito.
Non avremmo avuto difficoltà a dire la nostra opinione.
Ci permettiamo di ricordare ai neofiti che dopo lunghi mesi di silenzio, in prossimità di ogni campagna elettorale (prevediamo che dal 4 aprile prossimo fino al 31 dicembre corrente anno di amianto non si par-lerà più ad opera di certi esponenti politici) che le soluzione richieste dai lavoratori esposti ante 92 e in attività sono nelle disponibilità del governo nazionale.
Certo non è una soluzione facile, ma è scarsamente credibile che questa risposta possa venire dal governo in carica che aveva recentemente abolito anche i benefici già concessi.
Se però il meritorio obiettivo della commissione europea è, come abbiamo letto, quello di denunciare per inadempienza lo stato italiano forse non era necessario arrivare fino a Pistoia.
Sempre a beneficio degli smemorati quando ancora i neofiti di cui sopra non sapevano nemmeno di che cosa stiamo parlando, ricordiamo che oltre 10 anni fa i delegati della CGIL hanno promosso azioni in se-de civile e penale contro l’azienda per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e dei loro familiari e i propri delegati aziendali della FIOM CGIL da anni si battono in prima fila alla testa di tutte le lotte.
Ricordiamo anche che attraverso il nostro Ufficio Legale abbiamo garantito sino ad oggi un risarcimento da parte dell’azienda a circa 40 famiglie e stiamo trattando il caso per altre 50.
Questi i fatti, tutto il resto è propaganda di bassa lega.
La Segreteria CGIL di Pistoia