Un po’ di sana moderazione forse non sarebbe fuori luogo da parte dei rappresentanti locali del sistema delle imprese quando si parla di finanziaria e collegati.
Certo dopo 5 anni di centralità dell’impresa, più nei discorsi di Berlusconi che nella sostanza, il nuovo Governo ha dato qualche segno di discontinuità e può aver creato disorientamento. Non saremo noi a dire che questa finanziaria è perfetta, tanto è lunga la catena di doglianze che come CGIL abbiamo avanzato, a partire dalle insufficiente redistribuzione del cuneo fiscale ai lavoratori dipendenti e pensionati, dall’istituzione dei ticket di cui chiediamo l’abolizione e dei tagli a scuola, ricerca e università.
Però importanti sono le misure contro la precarietà e per la stabilizzazione dell’occupazione, per superare la patologia dei contratti a progetto generalizzati, non solo nella vergogna di certi call center, ma anche di certe aziende di servizio. Capita però di leggere cose di cui essere strabiliati: gli imprenditori e le loro associazioni gridano all’esproprio del TFR dimenticandosi di dire che trattasi di salario differito dei lavoratori, che impropriamente le aziende usano come autofinanziamento; siamo tutti contro il lavoro nero e poi, a partire dal livello territoriale si attacca il provvedimento sul DURC (norma simile a quanto previsto in tutta Europa) che non è altro che una verifica della regolarità contributiva e contrattuale sulla base del quale le imprese possono ottenere benefici dello Stato. Ci si duole della possibilità di dotare di cartellini di riconoscimento i lavoratori che operano su un cantiere o in un’azienda, dove spesso si trovano 10 imprese diverse, un buon 30% di lavoratori sono al nero e ogni genere di violazione di legge e contrattuale è quotidiana.
Esagerazioni le nostre?
Se desiderano, i presidenti e i direttori delle associazioni pistoiesi, possono essere condotti in “visita guidata” per i cantieri, i vivai e le imprese di alcuni specifici settori (compresi commercio e turismo), dai funzionari di CGIL CISL UIL.
Così, per farsi un’opinione; magari con i “media” al seguito. Noi siamo pronti.
Poi riprendiamo la discussione.
O si preferisce delegare la questione solo ai carabinieri?
E non è un elemento di civiltà imporre l’obbligo di comunicare l’assunzione il giorno prima dell’entrata in servizio (come in tutta Europa) invece che entro i 5 giorni successivi, magari per far sì che, come succede oggi, il 25% degli infortuni non si verifichi il primo giorno di lavoro?
E ancora sul fisco: non c’è dubbio che gli studi di settore siano uno strumento rozzo: non tengono conto dei tanti problemi che in un anno possono accadere nella vita di un lavoratore autonomo, però vorremmo chiedere come sia tollerabile leggere tabelle come quelle che, anche nella nostra provincia è dato di leggere: professionisti con dichiarazioni inferiori a quelle di un metalmeccanico e stili di vita (SUV compresi) incredibili.
Forse recuperare il 10% dei 200 miliardi di evasione garantirebbe finanziarie a costo zero e maggiore serenità a tutti. Un po’ di misura.
Si manifesti come noi abbiamo fatto e si svolga la propria azione di rappresentanza, ma si smetta di accusare il sindacato di essere il grande suggeritore: assicuriamo che non avremmo fatto proprio le stesse scelte in materia fiscale e soprattutto portate argomenti più consistenti. Soprattutto smettiamola di fare le “anime belle”.
Se non altro per non dare l’impressione che le nostre imprese abbiano la testa in Europa, ma il cuore altrove, in un paese in cui le regole ci siano, ma riguardino sempre altri, magari la flessibilità dei lavoratori e basta.
Non ci è mai capitato infatti, di sentire qualcuno di questi critici, mostrarsi imbarazzato quando l’ex Presidente del Consiglio alla festa della guardia di finanza teorizzò l’evasione fiscale come elemento di equità sociale. Certo il salto di cultura è grande, ci vorrà un po’ per abituarsi.
L’Assemblea provinciale dei delegati CGIL Pistoia