Coordinamento e commissione provinciale su prezzi e tariffe
Con l’incontro di domani al Comune di Pistoia si apre la stagione del confronto sui bilanci dell’anno prossimo da parte dei Comuni della provincia.
Quest’anno pur in un sempre difficile contesto per la finanza pubblica locale, non siamo in presenza dei tagli operati dalle passate leggi di bilancio; nello stesso tempo ci troviamo a gestire e la condividiamo, la razionalizzazione e il riordino della cosa pubblica indicata dalla Regione e dal Governo con la finanziaria (a partire dalla riduzione degli enti, delle società partecipate, dei consigli di amministrazione, degli ATO e così via).
Non si tratta solo di contenere i cosiddetti “costi della politica”, ma di restituire funzionalità, competenze e operare quei risparmi di spesa, che possono consentire maggior efficienza, più servizi e riduzione della tassazione locale per i cittadini. Ma tutto ciò non BASTA in quanto ci sono scelte che dipendono dagli amministratori locali.
Si tratta della improcrastinabile necessità di accorpare i servizi, specie nei comuni piccoli, “eliminando” una serie di figure dirigenziali anacronistiche e centri di costo che possono essere tagliati. Si tratta di riflettere sul prosieguo di una serie ulteriore di esternalizzazioni di funzioni e servizi dove non sono chiari i risparmi se non ottenuti attraverso la compressione dei diritti dei lavoratori ed un peggioramento dei servizi stessi. E si tratta di compiere scelte politiche chiare a partire dal Comune capoluogo dove lo scorso anno, con fatica, prendemmo atto di un aumento della pressione fiscale locale in un momento di grave sofferenza per la condizione salariale dei lavoratori e dei pensionati; penso soprattutto all’impegno di valutare “la restituzione” eventuale di parte del maggior gettito ottenuto, nel corso del 2008 e sul quale ci aspettiamo coerenza.
Credo altresì sia necessario istituire nuovamente a livello provinciale, le commissioni per l’aumento del costo della vita aperte anche alle associazioni dei consumatori, non solo in funzione di monitoraggio, ma come luogo nel quale discutere del costo di una serie di servizi di pubblica utilità gestiti da aziende a controllo pubblico, che si distinguono per una discutibile qualità del servizio reso ai cittadini, coniugato con un aumento delle tariffe.
Parlo di acqua, elettricità, gas, farmacie etc, che hanno goduto, a giudizio del sindacato in qualche caso impropriamente, dei benefici del cuneo fiscale senza nessuna restituzione di benefici in termini tariffari e di efficienza ai cittadini.
Infine il coordinamento tra gli enti; ogni anno buoni propositi, ma poi il sindacato si trova davanti la politica dei “centofiori” con decine di incontri e scelte talvolta le più diverse anche in Comuni limitrofi e con identica composizione sociale della popolazione. Ma le conferenze dei Sindaci non dovrebbero coordinarsi anche su questo? Tra il dirigismo e “l’ognun per sé” forse c’è una via di mezzo.
Daniele Quiriconi