La necessità di un maggior rigore; gli incredibili casi dell’ASL
Il tema degli appalti pubblici è ormai da mesi al centro del dibattito politico grazie alla nuova e controversa legge regionale che il sindacato ha sostenuto anche con più scioperi generali e all’iniziativa contro il lavoro nero lanciata dal Ministero del Lavoro sui cantieri.
Da tempo denunciamo come CGIL, non ultimo in sede di riunione con tutti i rappresentanti istituzionali il 23 Giugno u.s. (riunione promossa dal Prefetto a seguito della morte di un lavoratore “al nero” ad Agliana) la scarsa attenzione degli Enti sugli appalti pubblici, che porta con sé gravi conseguenze non solo per i lavoratori, ma espone la comunità a gravi rischi. Parliamo di caporalato, rischi di illegalità diffusa e infiltrazioni varie.
Vogliamo segnalare 2 casi gravi verificatisi all’USL 3 con 2 appalti, uno relativo al presidio sanitario di Spicchio (Lamporecchio) l’altro all’Ospedale del Ceppo.
Nel primo caso, appalto assegnato alla ditta “SICEP” con sede a Napoli i dipendenti si sono trovati con numerose mensilità arretrate e il tfr da riscuotere. L’ispettorato provinciale risulta aver riscontrato (come da verbali) la presenza di diversi lavoratori al nero.
L’azienda oggi ha sospeso ogni posizione presso la cassa edile e interrotto l’attività.
Ancor più grave il caso di Pistoia (ex convento del Ceppo) dove l’appalto concesso col solo criterio del massimo ribasso per importi pari a circa 1.900.000 euro se lo è aggiudicato la ditta “DECA restauri” di Avellino, la quale risulta aver dato avvio all’attività senza il previsto DURC, si è vista pagare diversi stati di avanzamento dei lavori e poi risulta aver abbandonato i lavori a metà, con i ponteggi nel cantiere, i titolari che risultano irreperibili anche alle autorità preposte e con i lavoratori che vantano crediti inesigibili.
In questo cantiere si era verificato anche un grave infortunio nel 2005 con relativo sequestro da parte dei Vigili del Fuoco.
Domanda facile alla USL e agli Enti pubblici: come si pensa che si vincano gli appalti al massimo ribasso da parte di aziende del sud che devono spostare manodopera a cui pagare vitto, alloggio, trasferta e ogni altro beneficio contrattuale se non grazie a questi metodi?
La Regione, così impegnata su questo tema cosa ne pensa?
Si ritiene possibile, come risulta (pare) da parte dell’USL 3 procedere ad un nuovo appalto con lo stesso criterio, magari giustificato col fatto che così la procedura è più snella e più rapida? C’è da rabbrividire al pensiero di ciò che può accadere sui cantieri per la costruzione del nuovo ospedale dal 2008 nonostante la contrattazione di anticipo e il protocollo tra Regione e parti sociali.
E’ necessaria un’azione di urgenza sul tema degli appalti che ci propongono ogni giorno casi che vanno al di là del semplice diritto del lavoro; ne vorremmo discutere, nella prossima riunione che abbiamo formalmente richiesto al Prefetto di Pistoia, non appena questa sarà convocata.
La CGIL di Pistoia