Consentite anche a me in qualità di Segretario Generale del sindacato edili della CGIL di interveni-re sulla polemica in corso sugli appalti; ebbene sì, come titolato in questi giorni da alcuni quotidiani siamo in presenza di un vero e proprio far west nei cantieri della nostra provincia, nonostante il me-ritorio sforzo dei pochi Ispettori e delle Forze dell'Ordine.
Vorrei rassicurare intanto i "competentissimi tecnici" della ASL 3 che sono perfettamente a cono-scenza delle norme sugli appalti alle quali aggiungo anche una modesta cognizione del diritto del lavoro, nonche la possibilità per incarico istituzionale (nell'ente bilaterale) di avere un quadro assai preciso di ciò che avviene nella realtà locale).
E' sconcertante sostenere nel caso degli appalti a cui si è riferita la nostra Confederazione parlare di cantieri in regola. In modo particolare riteniamo un segno del più totale disprezzo nei confronti di lavoratori sostenere una simile tesi in presenza di accertato lavoro nero, mancate retribuzioni, e altre violazioni di legge.
Vorrei ricordare che tra i compiti previsti dalla legge c'è anche quello di verifica preventiva dei DURC (non qualche anno dopo come ammesso nella replica di ieri dell'Asl), e una verifica priorita-riamente in capo ai direttori dei lavori ma in generale anche della stazione appaltante (in questo ca-so l'ASL) su quanto avviene in un cantiere. Accerteranno altri se i furti avvenuti nel cantiere ab-bandonato, il tempo perduto e la lievitazione dei costi hanno arrecato un danno alla collettività. Non è questo il tema della nostra denuncia.
Vedo che con disinvoltura si glissa su questo argomento per quanto esso costituisca il "cuore" della nostra denuncia sulla quale sono già state accertate le cose da noi evidenziate.
Mi rendo conto che retribuzione non pagate, lavoro nero, affidamenti di incarichi ad aziende scom-parse nel nulla, caporalato (su questo ci rimettiamo ai provvedimenti che non competono al sindaca-to) non sono un problema.
Purtroppo il tema è più generale e come Sindacato ci troviamo a predicare nel deserto o magari co-me opinionisti in occasione di qualche evento clamoroso o grave infortunio.
Vorrei ricordare, infatti, che in data 26 maggio 2007, a seguito di assemblee svolte unitariamente dai tre sindacati confederali degli edili raccogliendo le sollecitazioni del lavoratori sul tema della sicurezza e legalità, è stato prodotto un documento con il quale abbiamo avanzato ai Sindaci dei Comuni di tutta la provincia la richiesta per dedicare una discussione in forma aperta dei Consigli o delle Commissioni per affrontare il tema della sicurezza e del lavoro nero. A distanza di mesi non risulta pervenuta alcuna risposta.
Ci rendiamo conto che stiamo affrontando questioni politiche con la "p minuscola", certamente non pari ai temi in discussione ogni settimana nei Consigli comunali; si parla "solo" di opere pubbliche e di migliaia di lavoratori, ma nonostante questo continueremo la nostra battaglia talvolta non priva di rischi e di intimidazioni proprio perché i soggetti più esposti, sotto tutti i punti di vista, sono i la-voratori più deboli spesso migranti talvolta ridotti in schiavitù.
Siccome il processo di progressivo degrado della nostra relatà locale ci porta a conoscere situazioni già sperimentate in altre aree del Paese senza nessun sussulto democratico, siamo molto, molto, molto preoccupati.
Simone Bicocchi,
Segretario Generale FILLEA CGIL Pistoia