I lavoratori delle Terme sono costretti a scioperare e a dare vita ad una manifestazione ( l'ennesima) per protestare contro lo stato di assoluta incertezza che regna sul futuro di una delle più importanti aziende del territorio provinciale.
All'iniziativa partecipano non solo i lavoratori del commercio e del turismo della provincia, ma an-che tutte le associazioni di categoria di Montecatini.
Proprio l'ampiezza della mobilitazione dovrebbe invitare la proprietà ( comune e regione) a dare prova di una capacità di decisione effettiva o comunque, a rendere visibili plasticamente le respon-sabilità dell'impasse.
Se si vuole dimostrare di non giocare al "tanto peggio tanto meglio" si proceda subito alla ricapita-lizzazione;
si individui un nuovo assetto che per la CGIL non può che prevedere l'azzeramento di un cda senza più la fiducia di nessuno se non del sindaco, il quale peraltro, nell'incontro del 30 Gennaio con il sindacato aveva espresso giudizi taglienti; si convochino subito, da parte della proprietà, le rappresentanza organizzate degli interessi ( non so-lo dei lavoratori) perché il tempo sta per scadere.
La situazione, stante la drammaticità, necessita di scelte straordinarie, immediate, che assicurino un governo credibile, in grado di svolgere anche in rapporto all'intervento delle banche, un ruolo di garanzia degli interessi in campo, collegati alla difesa della funzione dell'azienda nella fase del salva-taggio e soprattutto nella fase auspicabile della partecipazione al rilancio da parte dei privati.
E' infatti evidente che non è possibile chiedere al " pubblico" di farsi carico di interventi per decine di milioni di Euro.
Sull'altare della "montecatinesità" delle Terme, concetto demenziale in tempi di globalizzazione, si sta assistendo ad un gioco esso sì politico, da regolamento dei conti, tra le forze che governano la cosa pubblica, che è arrivata a rifiutare la partecipazione, finanche economica, dell'amministrazione provinciale e ad ingessare qualsiasi scelta che la proprietà, chiaramente con idee opposte sulla governance, deve compiere.
Al sindaco Severi che ha criticato il carattere politico e preventivo ( sic!) dello sciopero dei lavoratori, domandiamo se non avverte il suono ridicolo delle sue stesse parole.
Uno sciopero annunciato il 31 Gennaio in un'assemblea dei lavoratori, dopo la presentazione di un piano scellerato e poi ritirato, programmato dopo che senza ottenere risposte alle richieste di incontro avanzate alla proprietà e su cui Egli stesso, insieme all'assessore Cocchi, si era impegnato, con un dibattito svolto esclusivamente sulle pagine dei giornali o in sedi improprie in cui un giorno sì e l'altro pure si informa che a Maggio, o forse a Giugno non ci saranno soldi per gli stipendi e che saranno necessari tagli dolorosi al personale, è tutto fuori che uno sciopero politico.
Sullo stesso piano delle banche, che sono chiamate ad operare verso un'azienda tecnicamente fallita e dalle incerte prospettive di rilancio e che pongono condizioni capestro, ma aihmè assai in linea con le logiche di mercato, il sindacato non ha avuto alcuna opportunità di esprimere opinioni.
Mi pare ce ne sia abbastanza!!!!
Anzi il sindacato ha corso il rischio, non realizzando l'iniziativa in piena campagna elettorale per evitare strumentalizzazioni, che il suo senso di responsabilità venisse scambiato per accondiscendenza. Ma vedo che anche quella che è stata una scelta di elementare prudenza e correttezza non è considerata in alcun modo. Spiace!
Il sindaco Severi può legittimamente mantenere la sua opinione sul sindacato, alzare veti sull'ipotesi di amministratore unico, non impegnarsi per la sua parte, alla necessaria ricapitalizzazione, insultare tutte le rappresentanza organizzate del territorio, continuare a giocare la sua partita politica (non da solo) sulle macerie delle Terme e dell'economia montecatinese,
ma una cosa è certa: le responsabilità e ce ne sono molte, non sono così indistinte e almeno i lavoratori, cominciano ad verle ben presenti.
Daniele Quiriconi