Quale futuro per i treni regionali?
Se le dichiarazioni del 1 giugno scorso dell'AD di Ferrovie Ing. Mauro Moretti saranno confermate - “contiamo di affidare la gara entro il prossimo luglio”- , si avvicina il tanto atteso momento dell'esito sulla gara per i treni dell'alta velocità.
Ansaldobreda – Bombardier e la francese Alstom le due offerte selezionate che si contendono la sfida per una commessa di circa 1,2 miliardi di euro per la fornitura di 50 treni.
Mentre tutti attendiamo con il fiato sospeso incrociando le dita (gesto scaramantico che serve a ben poco ma altro non ci è possibile fare oggi...), merita porre all'attenzione pubblica alcune problematiche purtroppo a me pare sottovalutate.
Abbiamo definito la manovra finanziaria depressiva, soli nel panorama della rappresentanza sociale.
Depressiva, perché?
Mi spiego con un solo esempio pertinente all'argomento di questo mio intervento: un esito favorevole ad Ansaldobreda della gara sarebbe un risultato importante ma non certo capace, da solo, di raggiungere l'obiettivo della saturazione produttiva dello stabilimento pistoiese (i cui altri prodotti rilevanti sono come noto i treni regionali TRS), obiettivo indispensabile per consentire il mantenimento dei livelli occupazionali e nuovi investimenti.
I tagli ai trasferimenti alle Regioni prodotti dalla finanziaria si scaricheranno, come più volte abbiamo denunciato, non solo sui servizi indispensabili ad assicurare la garanzia ai cittadini di diritti costituzionali quali l'istruzione, l'assistenza, la sanità, la mobilità, ma anche drammaticamente sugli investimenti previsti dalle Regioni italiane.
Le gare per il trasporto pubblico, gli investimenti infrastrutturali necessari e conseguenti,....gli ordini di nuovi treni, rappresentano, dati alla mano, il capitolo su cui più si abbatterà la scure della manovra.
Se gli impegni già assunti dalle Regioni non verranno confermati, gli scongiuri sull'Alta Velocità non serviranno a garantire un futuro allo stabilimento pistoiese.
Cosa dicono gli altri difronte a queste conseguenze della manovra? Cosa dicono gli altri dell'assenza ormai assordante di una politica nazionale sul materiale rotabile che tenti anche di ricomporre la frammentarietà della rete di imprese in enorme difficoltà, che faccia di questo un settore innovativo su cui puntare per l'uscita dalla crisi?
Forse prima di incondizionati placet all'azione del Governo, bisognerebbe provare con serietà ad andare oltre i facili slogan ed entrare nel merito di scelte che rischiano di mettere in discussione non solo il destino di migliaia di lavoratori e di decine di aziende pistoiese ma anche un pezzo della storia e della cultura della nostra comunità.
Segretaria Generale CGIL Pistoia