Ai Sindaci dei Comuni dell’ATO 1 Toscana Nord
Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini di questo Paese hanno firmato i 3 quesiti referendari promossi dal Forum italiano dei Movimenti per l’acqua e da una grandissima coalizione sociale raccolta nel Comitato Promotore e sostenuti dalla nostra organizzazione sindacale: la CGIL.
Hanno posto la loro firma perché hanno capito che la battaglia per l’acqua pubblica è una battaglia di civiltà, per la tutela e l’accesso universale ad un bene comune; una battaglia riconosciuta legittima dalla Corte Costituzionale che ha ammesso 2 dei 3 referendum proposti.
Per noi è anche una battaglia di democrazia perché non c’è nulla che più dell’acqua renda necessaria l’espressione diretta dei cittadini.
L’acqua è vita: ne è origine e condizione essenziale di sviluppo.
Sarebbe stato necessario prendere atto di questa volontà popolare con un provvedimento di moratoria sulle scadenze previste dal “decreto Ronchi” e sulla normativa di soppressione delle Autorità di Ambito (L. 42/2010). Due aspetti sui quali invece, attraverso una legislazione impositiva ed univoca, allontanano dai territori e dai cittadini la possibilità di scegliere quale sistema di gestione del servizio idrico.
Oggi non rimane che il referendum, dopo che il Governo ha nuovamente dimostrato la scarsa attenzione alle istanze dei cittadini e l’incapacità di mediare le diverse posizioni – anche al suo interno – con una azione legislativa parlamentare.
Purtroppo nei nostri territori si rischia di rendere vano anche questo ultimo strumento di democrazia diretta.
In tutta fretta, e possibilmente prima del voto, si intende procedere alla parziale privatizzazione della società GAIA che gestisce il servizio idrico integrato in 41 comuni delle province di Massa Carrara, Lucca e Pistoia.
Gaia è l’unica società interamente pubblica tra le sei aziende che operano in Toscana come affidatarie del servizio idrico nei sei ambiti territoriali individuati dalla legge regionale; ed è l’unica interamente pubblica anche considerando le gestioni in deroga.
Ha ricevuto l’affidamento del servizio dall’Autorità di Ambito nel 2005 con atto che le imponeva la ricerca e selezione di un socio privato. Detta previsione è stata poi annullata con atto deliberativo unanime dei 51 comuni soci di Gaia che nel 2007 hanno deciso per la forma societaria pubblica, così detta “in house”. Oggi la società versa in uno stato di crisi finanziaria e registra un forte indebitamento – specie nel breve termine – che il managment aziendale intende risolvere riproponendo l’operazione di parziale privatizzazione precedentemente abbandonata.
Noi non condividiamo questa scelta e sinteticamente ne illustriamo i motivi:
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L’indebitamente di Gaia è pari a circa 140 milioni di euro; rilevante ma non diverso da quello delle altre società toscane che già da circa un decennio operano con un socio privato: Acquedotto del Fiora 130 milioni di euro, Acque spa 230 milioni, Publiacqua 240 e Nuove Acque 70. Inoltre il debito di Gaia è composto per circa 55 milioni da passività verso i comuni soci (elemento del tutto assente nei bilanci delle altre società) che se esclusi porterebbero Gaia in una situazione del tutto invidiabile nel confronto con le altre.
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Le tariffe di Gaia sono invece le più basse della Toscana (tra quelle determinate con il metodo normalizzato quindi escluse le gestioni in deroga) evidenziando una differenza tra il 10 ed il 23 % rispetto alle altre gestioni. Occorre ricordare inoltre che otto capoluoghi di provincia della nostra regione (escluse Lucca e Massa Carrara) sono ai primi otto posti per le bollette più care a livello nazionale.
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Il momento economico generale non è dei più favorevoli e non è affatto scontato che l’operazione di privatizzazione porti nelle casse dell’azienda quanto sperato. In modo particolare il sovrapprezzo azionario non è detto che raggiunga il livello auspicato tanto è vero che già due volte la stessa azienda ha corretto al ribasso le stime di entrate collegate a questa operazione. Inoltre la stessa incertezza legislativa – anche per effetto del prossimo referendum – non è da stimolo per le imprese interessate ad investire nel settore. Occorre ricordare che uno dei quesiti referendari riguarda direttamente la garanzia di redditività sul capitale investito nel servizio idrico.
NOI VOGLIAMO FARE UN RAGIONAMENTO DI DEMOCRAZIA E PRIMA ANCORA DI BUON SENSO.
Non vi chiediamo di condividere le nostre posizioni sull’acqua perché su questa materia risponderanno presto i cittadini. Vi chiediamo di riconsiderare la strategia di privatizzazione come unica soluzione per GAIA, per i motivi che abbiamo cercato di spiegare, congelando da subito le procedure per la ricerca di un pater privato.
Noi ci rivolgiamo a voi Sindaci delle comunità servite da GAIA perché siete voi stessi espressione diretta del voto popolare e perché oggi, e noi vogliamo così anche per il futuro, siete gli azionisti unici di questa azienda, unici depositari del potere decisionale.
Rosanna Rosi
Segretaria Generale CGIL Lucca
Patrizia Bernieri
Segretaria Generale CGIL Massa Carrara
Gessica Beneforti
Segretaria Generale CGIL Pistoia