Autonomie e Enti locali

PER NOIi servizi pubblici garantiscono la crescita e il benessere del paese. Il blocco del turn-over e i tagli lineari hanno prodotto meno servizi, meno diritti e meno equità. Ma la spesa e l’indebitamento sono saliti ancora.
PER NOIl’efficienza della PA deve dare migliori risposte ai bisogni dei cittadini. Per farlo bisogna investire sul lavoro, sulla partecipazione, sul valore e la dignità delle professioni. Il contrario della riforma Madia.
PER NOIil precariato nei servizi pubblici deve essere eliminato: superando il blocco del turn-over, creando nuovi posti di lavoro e stabilizzando i lavoratori a tempo determinato.
PER NOIil nuovo contratto non deve essere rimandato e deve adeguare livelli economici e potere d’acquisto delle retribuzioni. Solo il contratto garantisce la tutela dei diritti.
PER NOIla contrattazione integrativa facilita l’innovazione della PA, aumenta la produttività e valorizza le competenze.
PER NOIlegalità e trasparenza si difendono con una PA responsabile ed efficiente. Adozione di un nuovo codice degli appalti, riduzione delle stazioni appaltanti, abolizione delle gare al massimo ribasso, rispetto dei contratti di lavoro anche nel sistema della cooperazione sociale.

AUTONOMIE E ENTI LOCALI

In questi anni ed in particolare con la legge di stabilità 2015 del governo Renzi, troppi sono stati i tagli al sistema di Regioni ed Autonomie locali che continuano ad incidere sulla qualità dei servizi e sulle condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori del settore:

  • di nuovo bloccati i rinnovi contrattuali e gli aumenti di stipendio con una riduzione anche del salario accessorio;
  • penalizzati i lavoratori degli Enti colpiti da processi di riorganizzazione sulla possibilità di andare in pensione;
  • radicale riduzione degli organici ;
  • ridimensionati Enti, a partire dalle Province, senza un quadro chiaro di riordino delle funzioni istituzionali e senza tutele (promesse o minacciate, tutele mirabolanti quanto inesistenti) per le migliaia di dipendenti che rischiano il posto di lavoro.

I meccanismi del patto di stabilità, sommati al blocco parziale delle assunzioni, ai limiti di spesa per il personale, all’impossibilità in molti casi di confermare e stabilizzare il personale precario, stanno paralizzando sempre di più l’attività dei Comuni e delle Regioni e compromettendo l’erogazione dei servizi ai cittadini.
La CGIL ha avversato e avversa l’applicazione della legge Brunetta mentre altri sindacati firmavano accordi separati, lo ha fatto proclamando iniziative di lotta che dovremo confermare se si tenterà di peggiorare ulteriormente la situazione, applicando il Jobs act anche al pubblico impiego.
Così non si difendono i diritti di cittadinanza, la qualità dei servizi e la loro universalità , si calpestano coloro che fanno il loro lavoro con dedizione e dignità!

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province 2015PROVINCE

Dopo anni di attacchi di varia natura che hanno visto una produzione straordinaria di normative sul tema, le Province e le Città Metropolitane oggi pagano gli effetti di tagli insostenibili che si sommano alla confusione dettata da norme non chiare in cui mancano le garanzie sia sulla tenuta occupazionale, sia sull’aspetto quali-quantitativo dell’offerta dei servizi.
Da tempo, riteniamo imprescindibile una riforma degli assetti istituzionali a partire dal riordino del sistema degli Enti locali. Un riordino volto al rafforzamento delle Amministrazioni, al miglioramento dei servizi ai cittadini. Un riordino che parta dalle funzioni riconoscendo la necessità di avere un livello di area vasta che rafforzi i livelli di prossimità e non in contrapposizione, ma in un disegno organico.
Tale disegno organico deve superare ogni ambiguità in relazione alla necessaria esistenza su tutto il territorio nazionale di un ente di area vasta, finanziato con adeguate risorse, che svolga le funzioni proprie di un livello intermedio tra Comune e Regione con la finalità di garantire lo svolgimento di quelle funzioni che i Comuni, per quanto organizzati in Unioni, non sarebbero in grado di assolvere. In questo percorso è prioritaria la garanzia sul mantenimento dei servizi pubblici ai cittadini attualmente erogati dalle Province e dalle Città metropolitane e dei posti di lavoro esistenti, compresi i lavoratori precari, valorizzando e non disperdendo le professionalità esistenti.
Purtroppo anche i recenti provvedimenti non puntano ad un disegno organico di riordino e sembrano, ancora una volta, tesi più alla necessità di tagliare la spesa pubblica che all’obiettivo di qualificare il sistema.
In questo clima chi sta pagando il prezzo più caro è il personale che vive sulla propria pelle la perdita di professionalità, la decurtazione salariale e che non vede una prospettiva chiara al loro futuro lavorativo.
Di certo la CGIL, al contrario di altri, non consentirà l’esclusione delle lavoratrici e dei lavoratori da questi processi di riorganizzazione.
Non è pensabile che si mettano in moto processi radicali di cambiamento senza partire dalle funzioni, da come migliorarle, da come migliorare la qualità del lavoro di chi il funzionamento di quei servizi lo rende esigibile.

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CCIAA 2015CAMERE DI COMMERCIO

Il Sistema delle Camere di commercio è una rete di servizi avanzata e innovativa grazie all’elevata e specifica professionalità (competenze gestionali, amministrative e tecnologiche) di chi ci lavora.
La cosiddetta auto riforma del Sistema camerale, anche in presenza di un complessivo riordino degli enti territoriali, ci deve vedere protagonisti in ragione di una propria e ben definita specificità che dovrà armonizzarsi con l’attività e le competenze degli altri enti pubblici presenti sul territorio.
Quindi riteniamo indispensabile definire regole orientate a dare sempre più sostegno e servizi al mondo imprenditoriale con la massima efficacia dei servizi resi e l’ottimizzazione dei costi.
Per tali ragioni:
E’ INDISPENSABILE RIVEDERE IL TAGLIO DEL DIRITTO ANNUALE, decurtazione che impedirebbe il funzionamento delle Camere e la loro presenza nel territorio.
VOGLIAMO LA PERMANENZA dell’attuale strutturazione funzionale nel territorio dei presidi delle Camere di Commercio: non si può vanificare il lavoro di prossimità e di ascolto del sistema
imprenditoriale locale svolto soprattutto in questo momento socio-economico;
CHIEDIAMO LA VALORIZZAZIONE delle professionalità esistenti e lo sviluppo di nuove competenze.
Vogliamo:
PARTECIPARE al processo di riassetto organizzativo del sistema camerale attraverso l’avvio di tavoli di concertazione e contrattazione a tutti i livelli;
PREVEDERE, nell’ambito del CCNL delle autonomie locali, un’area specifica che includa tutti i lavoratori del Sistema camerale.
CONTINUAIAMO A BATTERCI contro gli sprechi e le inefficienze organizzative e politiche contro il depauperamento territoriale e la chiusura dei servizi che le camere di commercio forniscono.

LE NOSTRE PROPOSTE

  • Rilanciare la contrattazione

L’ingiusto blocco dei CCNL deve essere superato. Il salario dei lavoratori non può essere toccato: i dipendenti degli enti locali non devono pagare per le scelte sbagliate di tagli lineari. Vogliamo un contratto integrativo che valorizzi le specificità dei singoli Enti e che apprezzi l’apporto professionale delle lavoratrici e dei lavoratori.
  • Avviare il governo condiviso dei processi di cambiamento

Il processo di riordino istituzionale non può essere fatto con le leggi di stabilità: serve un governo condiviso dei processi a partire dal confronto con l’insieme delle Istituzioni locali coinvolte dai cambiamenti. Questi processi non devono colpire i lavoratori né come riduzione degli organici, né come riduzione dei salari.

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