“Chi ha a cuore la continuità aziendale, il rilancio delle terme, tutelare i lavoratori e l’economia locale non può non sostenere la scelta della transazione – dichiara Fabio Capponi della Filcams CGIL”.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito in silenzio ad un avvicendarsi di iniziative e prese di posizione, di polemiche e sfilacciamenti, a pochi giorni da quella manifestazione dei sindacati ad Ascoli in cui tutta la città e le istituzioni hanno aderito per sostenere tutti insieme le ragioni della transazione.
Comprendiamo le ragioni che hanno portato la proprietà a promuovere il ricorso ex art. 700 per riappropriarsi dell’azienda. Ma anche laddove il Giudice di Monsummano accogliesse la richiesta fatta, questa ha comunque natura provvisoria e produrrebbe gravi problemi rispetto agli ingenti investimenti non strutturali di cui l’attività delle terme ha necessità.
C’è bisogno invece di un rilancio radicale delle terme, di realizzare un progetto innovativo e moderno di offerta del benessere e di termalismo tradizionale e la transazione è l’unico strumento che permette di chiudere definitivamente il contenzioso tra le parti, e consentire così a tutti di iniziare da subito a pensare a come ridisegnare le nuove terme.
Riteniamo sbagliato e pretestuoso oggi dichiarare già fallita la transazione, in mancanza dell’esito della perizia che la proprietà e la gestione hanno concordemente previsto, prevedendo prima ancora di conoscerla che non possa essere accolta. Ci auguriamo invece che il collegio arbitrale depositi quanto prima le risultanze delle verifiche fatte, e che da lì si proceda con buon senso e nell’interesse collettivo.
Troviamo di cattivo gusto e spregiudicato il fatto che, mentre i lavoratori sono oggetto di una procedura di licenziamento collettivo che avrà le sua conseguenze anche per chi opera nell’indotto, ci si appassioni soltanto alle poltrone da coprire nell’ambito del CdA dell’immobiliare che dovrà essere nominato ex novo. Intendiamo prendere le distanze da quegli esponenti politi di Montecatini che più o meno apertamente cullano l’idea del fallimento dell’azienda.
Per il sindacato occorre fare tutto il possibile affinché ciò non avvenga, e pesanti sarebbero le responsabilità politiche da parte di chi non adottasse scelte volte a scongiurare quella drammatica e dirompente prospettiva, che di giorno in giorno si sta avvicinando sempre di più.
Conosciamo bene gli interessi che gravitano intorno alle terme. Il rischio che con un giro di cappello si possa mettere mano al grande patrimonio immobiliare termale non è mai venuta meno e il fallimento è lo strumento ideale per raggiungere questo scopo. Occorre trasparenza e chiarezza nelle scelte, e isolare quelle dinamiche speculative che hanno origine dagli stessi ambienti oscuri che hanno sempre cercato di condizionare le grandi scelte. Su questo punto in particolare concordiamo con quanto già espresso dal Forum degli Albergatori di Montecatini, che mossi dalle nostre stesse preoccupazioni hanno chiesto di vincolare la destinazione d’uso del patrimonio immobiliare delle terme.
“Mercoledì 8 incontreremo l’azienda Terme per proseguire il confronto legato alle procedure di licenziamento collettivo – conclude Capponi – in un clima di grande incertezza per il futuro e di preoccupazione per il regolare svolgimento dell’imminente stagione termale. Occorre proprio in queste ore garantire la massima disponibilità a voler affrontare e risolvere i problemi”.