I lavoratori impegnati sono collaboratori a progetto e molte sono le vertenze già avviate.
I lavoratori impegnati sono collaboratori a progetto e molte sono le vertenze già avviate. L’intervento dell’Ispettorato di Roma su Atesia, ha portato alla ribalta un tema, quello dei lavoratori dei call center, del quale in più occasioni ci siamo occupati anche sul nostro territorio, in particolare per le note vicende che hanno riguardato uno dei più grandi call center in città in termini di lavoratori occupati, ovvero la Answers, che lavora prevalentemente con modalità in-bound. Stupisce pertanto non poco, nel TG regionale di ieri, ascoltare la notizia che la Answers rappresenta, con i suo lavoratori a tempo indeterminato, uno dei pochissimi casi in Toscana dove vi è una situazione di regolarità conforme alle direttive del Ministero del Lavoro. Ci chiediamo da chi provenga tale informazione in quanto, come tutti sanno a Pistoia, questa azienda è da mesi al centro di dure vertenze sindacali anche legali. Tutti i lavoratori impegnati nell’attività di call center della Answers sono collaboratori a progetto, molte sono le vertenze già avviate per il riconoscimento di lavoro subordinato, i tentativi di instaurare un confronto sindacale che portasse alla progressiva stabilizzazione dei lavoratori sono risultati vani per la totale indisponibilità della azienda, così come senza risposta sono rimaste le richieste da parte dell’Amministrazione provinciale di aprire un tavolo di trattativa con l’azienda per favorire le prospettive occupazionali ma nel segno della qualità. Evidentemente la Answers preferisce avere a che fare con gli ispettori e la giustizia del lavoro! Ben vengano, visto che le vertenze sono state promosse con il nostro patrocino, ma non si porti ad esempio quell’azienda come modello di regolarità! Recentemente abbiamo effettuato un’attività di verifica sul numero dei call center nella nostra provincia (sono circa 15) e sul numero degli addetti (circa 400 di cui oltre il 90% con contratti di collaborazione a progetto). A partire dal 15 settembre sono state annunciate dal Ministro del Lavoro ispezioni nelle aziende per spiegare le nuove direttive che in sostanza dicono che tutto ciò che è lavoro subordinato va classificato in questo modo. Da più parti si invoca la necessità di un confronto su questi temi tra le parti sociali. Ovviamente siamo aperti al confronto – la discussione è in corso ad esempio con Mercuriotech, altro call center sul nostro territorio che occupa oltre cento lavoratori e ci aspettiamo responsabilità da parte dell’azienda affinché si possa proseguire nella giusta direzione – ma su una cosa è necessario essere chiari: non siamo disponibili all’ormai noto ricatto della chiusura o del trasferimento. L’uso illegittimo dei contratti a progetto, contratti che in nome della flessibilità ancora troppe aziende utilizzano con l’unico scopo di abbassare il costo del lavoro, va contrastato con fermezza perché scaricando sui lavoratori i rischi di impresa, li condanna inevitabilmente alla precarietà professionale e sociale. Dopodichè sarà necessario anche un impegno serio e comune per impedire che imprese che esercitano correttamente queste attività, subiscano gli effetti di una concorrenza sleale nel mercato, attraverso la revisione delle normative sugli appalti e in generale sull’out-surcing e regole ad hoc nei contratti collettivi di settore. Su questi temi la CGIL è pronta al confronto, ma chi sceglie la strada facile dell’abbattimento dei costi e dei diritti, non potrà che trovare la nostra ferma opposizione. La Segreteria della CGIL di Pistoia